Lettere: abitanti dell’Altopiano di Santa Venere su strada per Reggio
Riceviamo e pubblichiamo una missiva a firma dei residenti dell’Altopiano si Santa Venere, Reggio Calabria, inviata alle istituzioni del comprensorio e alla Regione. Si tratta – scrive il parroco del paese Antonino Sgrò - della paziente ma estenuante opera di sensibilizzazione che gli abitanti dell'Altopiano di Santa Venere stanno perpetuando presso le istituzioni per risolvere l'annoso problema della strada di collegamento con la città, che rimane totalmente dissestata e priva di sicurezza. Giovedì 24 alle ore 18 – informa la nota - il sindaco Arena incontrerà la cittadinanza presso la chiesa parrocchiale per un dibattito pubblico sul problema della strada.
“Oggetto: Precarietà situazione rete viaria collegamento frazioni dell’ Altopiano pre-aspromontano (Contrada Campo Santa Venere, Contrade Salice-Caciotta-Catrica, Mannarella, Capitano, Cardeto sud, Contrada Embrisi) con la città di Reggio Calabria. Richiesta: interventi pubblici immediati e straordinari.
I residenti nelle frazioni dell’Altopiano non possono non evidenziare uno dei tanti problemi che stanno contribuendo al declino della realtà civile della nostra città e delle istituzioni che la governano. Come ogni anno, al momento dell’avvicinarsi della stagione invernale si teme per l’incolumità delle persone costrette a spostarsi nel “civile” centro cittadino attraverso strade precarie, pericolose, non sicure, difficili da percorrere e a volte addirittura teatri di tragedie, l’ultima delle quali ha visto quale protagonista e vittima, suo malgrado, una suora. Ebbene, è da lungo tempo ormai che le frazioni dell’Altopiano lamentano l’inesistenza di una adeguata via di collegamento collaudata e sicura che, impedendo l’attivazione del fondamentale servizio di trasporto pubblico, non consente ai privati cittadini di usufruire di tale servizio, in modo da raggiungere il centro cittadino per esigenze di studio, di lavoro o di puro svago. Non vi è dubbio, constatato il decorso di decenni, che si assiste a Reggio Calabria alla costante e conveniente riproduzione quasi teatrale da parte delle Istituzioni di governo della affermata consuetudine di scrollarsi le spalle di fronte a tutto questo, facendo finta di nulla o, almeno, questo è quel che appare agli occhi ormai diffidenti dei residenti. Ove realmente così fosse, si tratterebbe di una palese violazione di regole di corretto governo.
In effetti, l’evoluzione della rete viaria ed il conseguente sviluppo del settore dei trasporti costituisce un importante servizio verso i cittadini che regolarmente pagano le imposte contribuendo alla spesa pubblica; inoltre, la mancata risoluzione di questo problema comporta una aperta violazione della dignità umana di persone costrette, di fatto, a piegarsi al peso degli attrezzi agricoli… l’agricoltura è, infatti, l’unica attività lavorativa possibile e fiorente dal momento che sull’Altopiano, finché non ci sarà una via di comunicazione adeguata alle esigenze del territorio e della popolazione, per i residenti non ci sarà un futuro diverso dall’attività agricola. Questo ritorno ad un “sottosviluppo medioevale” non convince più la popolazione, non vuole essere più accettato passivamente soprattutto da parte dei giovani dell’Altopiano, per i quali l’accesso alla cultura è delicato e difficile… non è garantito al diritto allo studio, non è garantito il diritto al lavoro, non vengono sfruttate le risorse esistenti sul territorio e le opportunità scemano fortemente. E tutto a causa dell’assenza di adeguate opere pubbliche ed in particolare di una adeguata via di comunicazione. I giovani dell’Altopiano non intendono più piegarsi al declino fisico della zona dove sono nati e cresciuti e che di conseguenza è parte del loro essere. La situazione è inconcepibile ed ormai insostenibile, soprattutto se si pensa che anche nel Medioevo, uno dei periodi più oscuri della nostra civiltà, le vie di comunicazione erano funzionanti ed adeguate alle esigenze della gente, o che, già gli antichi romani, ben comprendendo il nesso tra vie di comunicazione e sviluppo socio-economico del territorio, costruirono la Via Popilia che da Ravenna raggiungeva l’antica Rhegium.
Nonostante il decorso di molti secoli, nel contesto di un Paese che si professa fedele alla democrazia, assistiamo alla degradazione di alcune zone che meriterebbero, per il sol fatto di essere naturali ed incontaminate, di essere valorizzate anche dal punto di vista turistico…Stiamo parlando di una collina pre-aspromontana, polmone della città ma da essa avulsa a causa del mancato impegno di coloro che finora hanno fatto politica e che oggi sono al governo locale… che esercitano un potere conferito direttamente dal popolo, anche dal popolo dell’Altopiano, ma un potere a ben vedere “vuoto”, a tal punto da diventare negazione dei diritti fondamentali di una parte della popolazione reggina, diritti costituzionalmente garantiti che in concreto perdono effettività perché oltremodo compressi e quasi del tutto annullati dall’inefficienza degli enti locali preposti alla gestione delle risorse pubbliche. E’ chiara e comprensibile, pertanto, la percezione da parte di tutti gli abitanti dell’Altopiano della mancanza di uno dei servizi pubblici essenziali come ingiusta, e ben plausibile è anche la conseguente intima constatazione della totale assenza delle istituzioni sul territorio. Logica conseguenza è, quindi, il malcontento e la non accettazione della inattività delle istituzioni che ha come origine e presupposto condivisibile il convincimento che la realizzazione delle necessarie opere pubbliche debba essere il frutto di valutazioni oggettive e non politiche e soprattutto deve portare l’esito di una generale presa di coscienza dei propri doveri e una conseguente presa di posizione per cercare di risolvere i problemi da sempre segnalati e denunciati ma rimasti inspiegabilmente senza concreta soluzione. I residenti delle frazioni dell’Altopiano pre-aspromantano di Reggio Calabria vogliono dare per l’ennesima volta fiducia alle Istituzioni ma si augurano che questi angoscianti scenari cedano il posto a concreti interventi immediati e straordinari che diano risoluzione definitiva al problema “strada” che li affligge.
Si augurano, altresì, che questo scritto non rimanga lettera morta presso le Istituzioni amministrative e che alle stesse piaccia specificare, nel più breve tempo possibile e comunque non oltre 15 giorni a partire dal ricevimento dello stesso, le ragioni per le quali non sia possibile realizzare una strada, forse già da lungo tempo progettata, o quantomeno mettere in piena sicurezza quelle già esistenti. Si comunica, altresì, che alla presente sono allegati nr.15 fogli con le firme di gran parte dei residenti dell’altopiano che la sottoscrivono e che gli originali sono allegati alla missiva indirizzata al Sig. Prefetto p.t. di Reggio Calabria”.