Rossano: cooperative learning, seminario “Figli della luna”

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Cooperative Learning, lavorare, da subito, ad un evento che coinvolga tutti, le famiglie dei bambini normodotati e quelle dei diversamente abili, operatori, volontari, educatori e insegnanti. La parola disabilità deve essere bandita. L'obiettivo è quello di promuovere un nuovo modello educativo. Moderno e utile per tutti. Sì alla cooperazione, no alla competitività, per una Scuola con la S maiuscola che esalti, piuttosto che appiattire, le intelligenze.

È la proposta lanciata venerdì 25 da Rossano, dal Prof. Giorgio Albertini, neurologo dell'IRCSS San Raffaele Pisani, alla presenza del Sindaco Antoniotti, portando i saluti all’importante seminario organizzato dalla cooperativa I Figli della Luna, a Palazzo San Bernardino.

Sulla mission della Cooperativa e sulle finalità dell’evento didattico, moderata dalla giornalista Anna Russo, è intervenuta Marilena Prezzo, portavoce de I Figli della Luna che citando Madre Maria Teresa di Calcutta ha ribadito l’esigenza di un impegno più ampio che coinvolga un sempre maggior numero di persone nell’affrontare il mondo complesso della disabilità.

"Cooperative Learning nella scuola per favorire gli apprendimenti in condizioni di benessere". Questo il titolo della relazione tenuta dalla Dott.ssa Stefania Lamberti dell’Università di Verona che ha coinvolto gli iscritti al seminario, in un vero e proprio esperimento di cooperative learning. Un lavoro di gruppo che ha portato chi vive e lavora, quotidianamente, a stretto contatto con la disabilità ad individuare, attraverso un gioco, cosa è benessere e cosa è malessere. Così, dalla parte del primo ci sono l'integrazione, la capacità d'ascolto e l'empatia. Dall'altra, su tutte, l'emarginazione.

Diversità come opportunità di arricchimento reciproco. È la consapevolezza che si può raggiungere attraverso il metodo del CL: a tutti i livelli. “Learning by doing”. Agire Cooperative Learning per comprenderlo – ha spiegato la Dott.ssa Lamberti – è fondamentale per divenire insegnanti ed educatori convinti della rivoluzionaria scelta pedagogico-didattica che il Cooperative Learning prevede. Il C.L., in quanto metodo a mediazione sociale, si fonda sull’interazione e si realizza solo in autentici contesti di interdipendenza positiva, contesti in cui l’altro è colui grazie al quale l’io esiste. Il metodo – ha aggiunto – si fonda su cinque principi, ritenuti dagli studiosi di tutto il mondo come elementi caratterizzanti: interdipendenza positiva; interazione promozionale faccia a faccia; insegnamento diretto e uso di abilità sociali; lavoro in piccoli gruppi eterogenei; verifica e valutazione individuale e di gruppo. La sfida non è semplice – ha concluso la Laamberti – ma forse è l’unica percorribile in una società complessa e “multi” … come quella in cui viviamo oggi. In tale ottica il C.L. oltre ad essere metodo e metodologia educativo-didattica, sono convinta possa essere filosofia di vita.

Sull'accoglienza, l'appartenenza e le abilità sociali ha incentrato il suo intervento, a conclusione della prima parte mattutina del Seminario, la Prof.ssa Ivana Tacchella che ha lasciato scorrere sul monitor le immagini delle "esperienze di integrazione scolastica per bambini con disabilita dello sviluppo".