Unical: Don Luigi Ciotti chiude il corso “A scuola di antimafia”
Sarà il Presidente nazionale di “Libera, Associazioni nomi e numeri contro le mafie”, don Luigi Ciotti, a chiudere il corso “A scuola di antimafia – Il riutilizzo sociale dei beni confiscati”, in programma giovedì prossimo, 1 dicembre, a partire dalle ore 10, nell’Aula Magna dell’Università della Calabria. Alla cerimonia - informa una nota - porteranno i saluti il Rettore, Giovanni Latorre, il Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Guerino D’Ignazio, il Prefetto di Cosenza, Raffele Cannizzaro, il Direttore del Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica, Pietro Fantozzi, Donatella Loprieno, della Scuola superiore di scienze delle Amministrazioni Pubbliche e Maria Annunziata Longo, del Centro servizi per i volontariato di Cosenza. Sono previsti gli interventi di Ercole Giap Parini, responsabile scientifico del corso, Fabio Regolo, segretario di Magistratura Democratica, Dario Caputo, dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Sabrina Garofano, di Libera, nonché dei partecipanti al corso.
A scuola di antimafia- Il riutilizzo sociale dei beni confiscati - è stato pensato per fornire contenuti conoscitivi utili per consolidare le prospettive dell’antimafia sociale, coniugando i nuovi strumenti che la legislazione offre in tema di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata con le chiavi di lettura del fenomeno mafioso. In particolare, il Corso ha inteso fornire, attraverso un approccio interdisciplinare, elementi di conoscenza utili all’elaborazione di proposte concrete, a partire dai contesti territoriali. Durante il Corso sono state utilizzate le metodologie classiche dell’alta formazione (lezioni frontali, studio e discussione di casi, testimonianze/confronto con esperti del settore) e una serie di strumenti laboratoriali che hanno avuto come obiettivo la progettazione per un riutilizzo concreto dei beni confiscati.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla sinergia tra diversi soggetti istituzionali e del mondo associativo particolarmente impegnati nella lotta alle mafie e portatori di qualificate competenze. Sono stati soggetti proponenti: Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche - Università della Calabria; Facoltà di Scienze Politiche- Università della Calabria; Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica, Ossidiana - Osservatorio sui Processi Culturali e la Vita Quotidiana - Università della Calabria; Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
A questi si sono aggiunti significativi soggetti partner: Magistratura Democratica; Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; Centro Servizi per il Volontariato di Cosenza. Presentato nel mese di luglio del 2011, il Corso ha in breve tempo raggiunto il numero massimo di iscritti, pari a sessanta persone, a testimonianza dell’interesse suscitato nella Regione da un’operazione volta alla costruzione di reti virtuose, alternative a quelle clientelari e mafiose. Le sessanta persone che vi hanno potuto prendere parte provengono da tutta le province calabresi e sono rappresentative di differenti fasce d’età (i più giovani sono studenti universitari che da poco hanno superato i vent’anni e i più anziani sono affermati professionisti, in alcuni casi over sessanta) ed estrazione professionale: dal mondo della scuola a quello istituzionale amministrativo a quello delle professioni (avvocati e commercialisti in prevalenza e operatori del mondo dell’informazione). Da sottolineare anche una significativa presenza di persone che operano nell’ambito delle forze dell’ordine e della sicurezza.
Le attività del Corso - si legge ancora nella nota - hanno avuto inizio il 29 settembre 2011 con le prime lezioni frontali (8 ore settimanali distribuite tra il venerdì e il sabato) e si è concluso venerdì 18 novembre con la presentazione da parte degli allievi, divisi per gruppi, di simulazioni di progetti aventi come oggetto il riutilizzo sociale di un bene confiscato alla mafia. La Commissione, costituita dai responsabili accademici dei moduli, ha constatato oltre all’impegno civile, anche la precisione e la consistenza tecnica dei lavori presentati. Si sottolinea che il Corso è stato reso possibile dai docenti che hanno offerto a titolo gratuito le proprie competenze. Ciò ha permesso una tassa di iscrizione contenuta a fronte delle sole spese di organizzazione e di utilizzo della struttura.