Ospedali montani: 24 sindaci per la salvaguardia delle strutture

Calabria Salute

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa congiunto, sottoscritto da 24 sindaci del Comprensorio del Reventino, che sostengono la causa della difesa del diritto alla salute dei cittadini residenti nelle zone interne, montane e pre-montane, della nostra regione. In occasione del Consiglio Regionale del 2.12 p.v. che tratterà la questione sanitaria, detti Sindaci con fascia e gonfalone accompagnati da consiglieri ed assessori comunali, consegneranno solennemente al Commissario ad acta on.le G. Scopelliti, nonché ai capigruppo consiliari copia della istanza per la salvaguardia degli ospedali di zona montana a loro firma. Il documento verrà ufficialmente protocollato:


"Egr. Sig. Commissario On.le Giuseppe Scopelliti, i Sindaci e le Amministrazioni comunali dei Comuni di: Bianchi, Carlopoli, Cicala, Colosimi, Conflenti, Decollatura, Falerna, Gimigliano, Gizzeria, Martirano, Martirano Lombardo, Miglierina, Motta S. Lucia, Nocera Terinese, Panettieri, Pedivigliano, Platania, Taverna, Tiriolo, San Pietro Apostolo, Serrastretta, Scigliano, Soveria Mannelli, Sorbo San Basile, in rappresentanza delle popolazioni residenti nei territori montani e pre-montani, con il supporto dei comitati spontanei di cittadini, costituitisi nei Comuni di Acri, San Giovanni in Fiore, Sorbo San Basile e Soveria Mannelli, chiedono la qualificazione degli OSPEDALI DI ZONA MONTANA secondo il modello di struttura ospedaliera di tipo GENERALE, per come definita nel Piano di rientro. Ciò garantirebbe la riqualificazione delle strutture, tra l'altro, per l'opportuna previsione di ulteriori posti letto per le Osservazioni Brevi Intensive (OBI), in maniera più confacente alle peculiarità del nostro comprensorio, tenendo conto del ruolo decisivo che tali presidi ospedalieri di zona montana possono e devono ancora rivestire nella tutela del diritto alla salute garantito dall'art. 32 della Carta Costituzionale, nonché dall'art.22, comma 4, D.L. n.78/2009, convertito con modificazioni nella L. n. 102/2009, “…attesa la straordinaria necessità ed urgenza di tutelare l'erogazione delle prestazioni sanitarie comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza”, ancor di più nelle aree svantaggiate.

Pertanto in accoglimento delle richieste provenienti dal territorio ed a difesa del diritto alla salute dei cittadini residenti nei territori montani e pre-montani, dato atto che il rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria è un obiettivo che può ragionevolmente essere conseguito senza comprimere eccessivamente un’offerta sanitaria di qualità nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da garantire alle zone interne ed alle aree disagiate e quindi salvaguardando le quattro strutture ospedaliere qualificate “di zona montana”, chiediamo che:

- Venga disposto ogni adempimento di competenza diretto a rettificare ed integrare il Decreto commissariale n.18/2010, affinché, in deroga, gli OSPEDALI DI ZONA MONTANA siano qualificati come OSPEDALI GENERALI DI ZONA MONTANA con l’attivazione delle caratteristiche e funzionalità già attribuite dal Piano di Rientro al modello organizzativo dell’OSPEDALE GENERALE, con adeguata dotazione di posti, letto per acuti e assegnazione di una pianta organica tale da garantirne la piena funzionalità H24;

- Vengano disposti inoltre tutti gli ulteriori adempimenti di competenza affinché venga potenziata la rete territoriale dell’emergenza del Comprensorio del Reventino e così quella afferente al distretto sanitario ove insiste l’Ospedale Civile di Soveria Mannelli, quanto meno attraverso la definitiva assegnazione allo stesso Ospedale di una unità mobile di rianimazione, il potenziamento del PRONTO SOCCORSO attraverso la sua riqualificazione sul modello di P.S. associato a quello di OSPEDALE GENERALE di cui al Piano di rientro, l’attivazione del servizio di elisoccorso diurno e notturno, l’assegnazione di adeguata dotazione organica di personale medico ed infermieristico tale da garantirne la piena funzionalità H24 secondo standard di efficacia ed efficienza.

I rappresentanti dei Comuni che promuovono l’istanza, credono fermamente che l’art. 32 della Costituzione Italiana, nel sancire la tutela della salute come ”diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità. Nella consapevolezza delle difficoltà in cui versa il comparto sanitario nazionale ed ancor di più quello regionale, i rappresentanti dei Comuni richiedenti, ritengono ugualmente che si debba fare l'impossibile per la salvaguardia e la valorizzazione degli OSPEDALI DI ZONA MONTANA, ciò anche alla luce delle deroghe che la legislazione nazionale ha sempre accordato alle zone classificate montane. Le aree interne del territorio regionale, in particolare quella del Comprensorio del Reventino, che abbraccia circa venti Comuni per circa quarantamila residenti, alla luce della scarsa attenzione riservata alle politiche di sviluppo e salvaguardia dei territori montani e premontani, anche da questa autorevole Giunta Regionale, hanno inteso organizzarsi mettendo in rete tutte le Istituzioni territoriali in una CONFERENZA TEMATICA PERMANENTE DEI SINDACI DEL MEDIO-ALTO SAVUTO, con l’obiettivo strategico, tra gli altri, della difesa del DIRITTO ALLA SALUTE dei cittadini delle zone montane, della salvaguardia e del potenziamento dell’Ospedale Civile di Soveria Mannelli, delle guardie mediche e di ogni ulteriore aspetto connesso e consequenziale al riordino della rete sanitaria regionale.

L’obiettivo precipuo è che siano sempre garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza, e ciò anche attraverso la salvaguardia e la tutela delle infrastrutture e dei servizi già presenti sul territorio, mirando al loro potenziamento e rafforzamento, costituendo patrimonio dell’intera collettività comprensoriale.

Non è mai sfuggita, al nostro Comprensorio, l’inadeguatezza dell’impianto complessivo del Piano di rientro rispetto alla definizione delle funzioni e delle caratteristiche degli OSPEDALI DI ZONA MONTANA. Successivamente all’entrata in vigore del Decreto del Commissario Straordinario n.18 del 22.10.2010 che approvava il cd. Piano di Rientro, i vari consigli comunali dei Comuni del Comprensorio del Reventino si riunivano e deliberavano una proposta, su un piano tecnico e formale, unanimemente condivisa che invitava, come invita, il Commissario ad acta alla rettifica ed integrazione del Piano di rientro a difesa del nosocomio di Soveria Mannelli.

Il problema è stato sempre, responsabilmente affrontato dal punto di vista della centralità assunta dal Piano di rientro, cercando un dialogo ed un confronto su un piano istituzionale, rivendicando un ruolo nella discussione di merito sul complessivo riordino sanitario.

La configurazione degli OSPEDALI DI ZONA MONTANA sul modello standard degli OSPEDALI DISTRETTUALI e con le tipiche caratteristiche funzionali degli stessi, di fatto comporta una eccessiva riduzione delle funzioni, dei reparti e dei servizi ospedalieri di zona montana; la futura, progressiva e definitiva dequalificazione delle strutture e, in sostanza, annulla le stesse prerogative che la legge garantisce alle aree disagiate di montagna. Tutto ciò rappresenta un inaccettabile impoverimento a danno dei territori interni che presentano, per la loro tipicità, obiettive criticità legate alle difficili situazioni orografiche, alle precarie condizioni delle reti stradali, alle difficoltà manutentive delle stesse, aggravate dalle avversità di carattere meteorologico che stagionalmente assediano questi territori esponendoli, anche e sempre più spesso, al costante pericolo di dissesto idrogeologico che produce il rischio di isolamento di diverse zone interne.

Ciò, senza dimenticare l'inadeguatezza dei servizi di trasporto pubblico interurbano, ed i lunghi tempi di percorrenza per raggiungere gli HUB e gli SPOKE più vicini. Nello scorso mese di maggio si è avuta notizia di una rettifica all'impianto del Piano di rientro, a seguito delle osservazioni che il Ministero, con i tecnici interministeriali del Tavolo Massicci, ha fatto pervenire all'Ufficio del Commissario. È stato emesso un parere ministeriale in merito alla denominazione "Ospedali distrettuali" attribuita ai presidi ospedalieri individuati dal decreto commissariale nr. 18/2010, quale oggetto di riconversione delle attività assistenziali.

Secondo il Ministero tale denominazione non è appropriata in quanto tali strutture dismetteranno, come di fatto hanno dismesso, l'erogazione di prestazioni ospedaliere. Ciò, purtroppo, conferma le perplessità avanzate sull'utilizzo di tale modello anche per gli ospedali di zona montana, e ci preoccupa ulteriormente per il futuro, ma ancor di più per il presente. Infatti l'Ufficio del Commissario, dovendo condividere le osservazioni del Ministero, in funzione della tipologia assistenziale non più ospedaliera attribuita a tali strutture, ha stabilito che la denominazione più adeguata a rappresentarne le caratteristiche sia invece quella di nuovo conio, di natura poliambulatoriale, del CENTRO DI ASSISTENZA PRIMARIA TERRITORIALE.

Nei mesi scorsi, abbiamo tutti pazientemente ‘tollerato’ le opinabili scelte strategiche adottate nelle politiche attuative del Piano di rientro, che hanno fatto precedere la dismissione dei servizi e delle funzionalità di tipo ospedaliero alla effettiva ridefinizione della rete territoriale e dell’emergenza, lasciando sprovvisti interi territori di adeguata tutela sanitaria.

Abbiamo ‘tollerato’ responsabilmente per consentire alle competenti Aziende Sanitarie Provinciali di mettere in atto adeguate dinamiche organizzative in tempi ragionevoli, ma la tolleranza forse si è arbitrariamente confusa con l’acquiescenza. E questo non è assolutamente accettabile. Ancora oggi si registrano, a fronte di promesse e ragionamenti che denotano un sostanziale disimpegno della politica, gravi disfunzioni organizzative e soprattutto, un servizio sanitario erogato a singhiozzo, con turnazioni ed orari, in maniera incompleta ed insoddisfacente, senza nessuna garanzia reale dei famosi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), senza adeguati standard di efficacia ed efficienza.

Eppure anche la COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUGLI ERRORI IN CAMPO SANITARIO E SULLE CAUSE DEI DISAVANZI SANITARI REGIONALI, nella RELAZIONE SULLO STATO DELLA SANITÀ CALABRESE, ha sottolineato come essa stessa, a fronte della invarianza dei costi, abbia sempre espresso orientamento unanime a considerare prioritaria l'attenzione verso la tutela del diritto alla salute dei cittadini e quindi a finalizzare gli interventi del Piano di rientro oltre che al doveroso recupero del disavanzo e del contenimento della spesa, anche al migliore utilizzo possibile delle strutture esistenti. In tale prospettiva la Commissione infatti ha invitato la Regione Calabria, a valutare l'effettiva esigenza della chiusura o l’equivalente drastico ridimensionamento e svuotamento di funzioni dei presidi montani. Recentemente sono stati adottati gli ATTI AZIENDALI delle Aziende Sanitarie Provinciali di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Approdati alle rispettive Conferenze dei Sindaci di cui all’art. 3-bis del D.Lgs. n.502/92, quelli di Cosenza e di Crotone sono stati già sonoramente bocciati in tale sede con proposte di tavoli tecnici per ridefinirne sostanzialmente i contenuti.

Per la Provincia di Catanzaro possiamo fin d’ora ipotizzare identica sorte, che seguirebbe quella del documento transitorio, emanato in precedenza e successivamente bocciato dal Giudice del Lavoro per le gravi violazioni contrattuali ivi contenute. L’atto aziendale in questione presenta alcune difformità rispetto al decreto commissariale n.18, cioè rispetto ad un piano di emergenza ancora sottoposto a vigilanza e non definitivo. Abbiamo quindi notato, con riferimento a fatti fondamentali di assetto e riordino, come siano iniziate operazioni di profonda revisione in deroga al Piano di rientro, infatti il piccolo ospedale di Rogliano, che a mente del medesimo Piano avrebbe dovuto essere chiuso, in realtà é stato normalizzato, addirittura aggiungendo un posto letto in più rispetto alla dotazione di partenza. Ciò dà atto di come sia possibile derogare al Decreto del Commissario Straordinario n.18/2010 e contestualmente impone ai Sindaci dei Comprensori montani e delle zone interne, come quella del Reventino, di assumere una decisa presa di posizione in ordine alle richieste di integrazione e rettifica del Piano di Rientro sulla definizione degli OSPEDALI DI ZONA MONTANA.

I Sindaci:

Giuseppe Pascuzzi (Comune di Soveria Mannelli)

Francesco Villella (Comune di Bianchi)

Mario Talarico (Comune di Carlopoli)

Alessandro Falvo (Comune di Cicala)

Raffaele Rizzuto (Comune di Colosimi)

Giovanni Paola (Comune di Conflenti)

Anna Maria Cardamone (Comune di Decollatura)

Giovanni Costanzo (Comune di Falerna)

Massimo Chiarella (Comune di Gimigliano)

Pietro Raso (Comune di Gizzeria)

Francesco Bartolotta (Comune di Martirano)

Eugenio Gallo (Comune di Martirano Lombardo)

Gregorio Guzzo (Comune di Miglierina)

Amedeo Colacino (Comune di Motta S. Lucia)

Luigi Ferlaino (Comune di Nocera Terinese)

Giovanni Bonacci (Comune di Panettieri)

Antonella Leone (Comune di Pedivigliano)

Carlo Conte (Comune di Platania)

Eugenio Canino (Comune di Taverna)

Giuseppe Lucente (Comune di Tiriolo)

Francesco Fragale (Comune di San Pietro Apostolo)

Felice Maria Molinaro (Comune di Serrastretta)

Carlo Arcuri (Comune di Scigliano)

Sergio Cosentino (Comune di Sorbo San Basile)