Consiglio generale Filca Cisl. Approvato il bilancio
Approvazione del bilancio preventivo, analisi della situazione politica e lo sciopero di lunedì 12 dicembre. Questi i temi del Consiglio generale della Filca Cisl di Cosenza svoltosi ieri ad Acri nel locale “Il Carpaccio”. Nella sua relazione introduttiva il segretario generale della Filca Cisl di Cosenza Mauro Venulejo ha parlato delle misure messe in campo dal Governo Monti, bocciando senza se e senza ma, la manovra soprattutto i punti relativi ai “sacrifici “ che dovranno fare i lavoratori dipendenti, pensionati e pensionadi. “Non è possibile - ha esordito Venulejo – pescare sempre dalle stesse tasche. Pensavamo che la parola “equità” pronunciata da Monti come un mantra nella fase di stesura della manovra trovasse corrispondenza nelle misure adottare ma così non è stato. In questa manovra di equo c’è veramente poco. Ecco perché lunedì sciopereremo. Ci ritroveremo - ha precisato il segretario Filca Cisl Cosenza - alle 10 in piazza prefettura con Cgil, Uil non solo per contrastare il merito e il metodo della manovra ma anche per cercare di ripristinare il dialogo tra Governo e parti sociali che nell’iter di questo provvedimento è venuto meno”.
Venulejo ha poi focalizzato l’attenzione sulla crisi del settore edile. “Nell’ultimo semestre – ha dichiarato ancora – sono stati dichiarati 400 lavoratori in meno in Cassa edile. Di questi lavoratori la maggior parte è andata a ingrossare le fila del lavoro nero”. “ Il contrasto al lavoro sommerso è da sempre un punto nevralgico delle battaglie della Filca Cisl, tant’è che – ha illustrato soddisfatto Venulejo - attraverso il Centro Studi abbiamo preparato un protocollo per l’emersione al lavoro nero che sarà lunedì prossimo sarà allegato alla stipula del contratto integrativo provinciale del lavoro”. Secondo l’analisi di Venulejo, la crisi del settore oltre ad essere determinata dalla congiuntura economica internazionale sfavorevole è dovuta a innumerevoli fattori, tra cui la lentezza burocratica del nostro Paese. “In Calabria - ha specificato – gli estremi ritardi nei pagamenti alle imprese da parte degli enti pubblici non fanno altro che mettere in ginocchio le imprese più virtuose inducendole al ridimensionamento se non addirittura al fallimento. E’ necessario – ha esortato – che il sindacato insieme all’Ance faccia di tutto per tutelare le imprese sane”. La proposta Filca Cisl è di far pagare meno tasse alle imprese virtuose (regolarità contributiva, sicurezza sui luoghi di lavoro, anzianità d’iscrizione alla Cassa edile) e di più alle imprese che non investono in formazione e sicurezza.
Il segretario generale della Filca Cisl nel chiudere il suo intervento ha fatto un plauso a tutti i delegati per l’attività svolta anche quest’anno poiché, ha fatto sì, nonostante la crisi del settore, che il numero degli iscritti sia incrementato rispetto allo scorso anno. Alla relazione introduttiva di Venulejo è seguito un breve dibattito. Tutti i lavoratori hanno posto l’attenzione sulla vera emergenza del momento che è il lavoro e sulla necessità di incrementare la concertazione e la presenza del sindacato nelle imprese. A seguire, ha preso la parola il segretario generale della Filca Cisl Calabria Luciano Belmonte nel suo intervento ha sottolineato come per risollevare le sorti del settore edile nella nostra Regione sia necessario portare avanti la “lotta al lavoro nero, all’evasione fiscale e alla ‘ndrangheta stringendo, in questo caso, patti di collaborazione con la magistratura”. Belmonte ha terminato il suo intervento con la proposta di “allontanare dal settore edile tutte quelle imprese che non rispettano le norme di sicurezza mettendo di fatti a repentaglio la vita dei propri dipendenti”. Ha chiuso i lavori del Consiglio Generale, il segretario nazionale Filca Cisl Enzo Pelle. Il segretario nazionale ha spiegato come sia impensabile che la riforma delle pensioni varata dal Governo Monti possa trovare la stessa applicazione tra i lavoratori di tutti i settori pubblici e privati. “Un operaio edile che svolge un lavoro usurante, non può andare in pensione a 67 anni”. Una battuta anche per la Calabria: “la nostra Regione per risollevarsi non deve chiedere posti di lavoro ma più investimenti in infrastrutture e servizi; solo così, saremo in grado di attirare maggiori investimenti privati e sfruttare il nostro turismo”.