Sciopero a Crotone lunedì 12 dicembre
Riceviamo e Pubblichiamo una nota a firma di CISL UIL e UGL Crotone
Reputiamo importante ed opportuna la proclamazione nazionale unitaria dello sciopero generale di lunedì 12 dicembre. Uno sciopero unitario che, nella nostra provincia, sarà di 3 ore per tutte le categorie, mentre trasporti e pubblico impiego lo realizzeranno il 19 p.v. A Crotone, a partire dalle ore 10 di lunedì, è previsto un presidio di fronte alla Prefettura per manifestare la disapprovazione e lo sdegno dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati sulle misure contenute nella manovra economico finanziaria, che non rispecchiano, ne tantomeno contengono i principi di sviluppo ed equità. Ancora una volta a pagare sono sempre e solo i lavoratori ed i pensionati. La mancata indicizzazione delle pensioni, l'innalzamento del requisito per le pensioni di anzianità, la reintroduzione della tassa sulla prima casa, l'aumento dell'addizionale Irpef regionale, dell’Iva e delle accise su benzina e gasolio, sono misure che trasmettono la diffusa percezione che, come sempre, si tende a far cassa con i soliti noti. Non ci sono, nella manovra, le misure necessarie per far ripartire il Paese e per affrontare la crisi: chi ha di più deve pagare di più a iniziare da chi non ha mai pagato. Equità, crescita e rigore, pure enunciati dallo stesso Presidente del Consiglio, vengono sistematicamente disattesi. E sarà fin troppo evidente che a pagare il prezzo più caro saranno le regioni del Mezzogiorno ed in particolare la Calabria e le aree a maggiore tasso di sottosviluppo economico, sociale, ambientale ed occupazionale, nelle quali la nostra provincia si colloca, ormai da anni, in una posizione di assoluto primato. Dobbiamo, quindi, pretendere discontinuità e coraggio dal Governo e dal Parlamento per introdurre correttivi alla manovra nel segno dell'equità. In particolare chiediamo che: rimanga l’indicizzazione per le pensioni medio basse; siano modificati gli interventi sulle pensioni di anzianità; siano tutelati tutti i lavoratori che sono o andranno in mobilità perché espulsi anticipatamente dal ciclo produttivo; sia più graduale l’innalzamento dell’età pensionabile per le lavoratrici; sia progressiva l’imposta sulla casa e sia aumentata l’esenzione, perché tutto non ricada sui redditi medio bassi, e che una quota del gettito vada ai Comuni per evitare che possano introdurre nuove tasse finalizzate ai servizi ed al welfare locale; sia introdotta una maggiore trasparenza nelle operazioni bancarie e la riduzione della soglia della tracciabilità delle transazioni. Chiediamo che si attui la riforma degli ammortizzatori sociali e un patto sociale per la crescita che ridia slancio all’economia e favorisca la ripresa dell’occupazione attraverso la concertazione con le parti sociali. Si devono recuperare più risorse: da una sostanziale riduzione dei costi della politica, dal necessario ridimensionamento dei livelli istituzionali che non pregiudichi l’esercizio della democrazia; da un’imposta sulle grandi ricchezze e una incisiva lotta all’evasione e al lavoro sommerso con misure efficaci e certe, anche per il sostegno della buona occupazione giovanile e femminile; dalla riduzione delle spese militari; da una riforma del fisco che premi il lavoro dipendente, i giovani, le donne e la famiglia; dalla tassazione vera dei capitali scudati; dalla vendita e dal canone sulle frequenze televisive. Sappiamo che il momento è grave e difficile e che sono in gioco la stabilità del nostro Paese, la moneta unica e l'Europa, ma proprio la straordinarietà della situazione non autorizza il Governo a scaricare solo sui lavoratori e sui pensionati i durissimi sacrifici che dalle nostre parti assumono valenze davvero drammatiche. Per l’incedere di una crisi endemica che non risparmia nessun ambito e nessun settore. In presenza di una situazione strutturale ed ambientale che rischia di determinare il tracollo irreversibile del territorio provinciale. Rispetto al quale chiamiamo la classe politica ad una unitaria e responsabile alzata di scudi, che superi i momenti di divisione e di sonnolenza che, troppo spesso, condizionano anche l’ordinaria amministrazione che potrebbe, invece, contribuire a rendere meno dolorose le condizioni di un diffuso e permanente disagio che subiscono le nostre comunità.
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