Protesi mammarie: segnalati 20 casi di cancro e 1143 interruzioni di impianti
Secondo i dati diffusi dall’Afssaps, l'agenzia francese per la sicurezza dei farmaci, il numero delle nuove vittime delle protesi PIP difettose è pesante. Nell’ultimo comunicato diramato ieri da questa istituzione, ha aggiunto che sono stati segnalati 20 casi di cancro in donne con questi impianti. Per il momento comunque, non è provato il nesso tra protesi e queste patologie. In dettaglio, sono 3 casi di linfoma, quindici casi di adenocarcinoma mammario (la forma più comune di cancro al seno), un caso di adenocarcinoma polmonare e uno di leucemia mieloide acuta.
L’Afssaps ha così identificato, in totale, sedici casi di tumori maligni del seno, tra cui un caso di linfoma del seno estremamente raro e quattro casi di tumori maligni che non pregiudicano il seno.
Secondo questo nuovo bollettino, sono stati segnalati all'agenzia 1.143 interruzioni di impianti, nonché 495 casi di reazioni infiammatorie. Espiantate 672 protesi, di cui ventitré fallimenti sono stati scoperti nell'espianto oltre quattordici casi di "traspirazione" del gel.
Colpite tra 400.000 e 500.000 donne.
In totale, circa 30.000 donne avevano in Francia degli impianti del var Poly Implant protesi (PIP), società che utilizzava fraudolentemente gel di silicone non autorizzato. E’ probabile che queste protesi sono state vendute anche all'estero, a volte sotto un'altra marca e tra 400.000 e 500.000 donne sarebbero coinvolti nel mondo, tra cui da 40.000 a 50.000 nel Regno Unito, mentre secondo le prime stime sarebbero tra i 4.000 ed i 4.300 gli impianti di questo tipo effettuati in Italia..
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” in Italia il vero problema è, ora, quello di riuscire a risalire a tutte le donne con tale impianto. La difficoltà deriva principalmente dalla mancanza di un Registro nazionale degli impianti protesici, anche se un ddl per la sua istituzione è attualmente all’esame del Senato. Essendo le Pip protesi “a basso costo”, é inoltre ‘‘probabile che siano state utilizzate per scopi di chirurgia estetica specie in strutture non altamente qualificate o ambulatori chirurgici che non rilasciavano cartelle cliniche. Ma, rilevano gli esperti del Consiglio Superiore di Sanità, c‘è la possibilità che siano state impiantate anche in centri del Sistema sanitario nazionale per la ricostruzione mammaria a seguito di cancro.