Alimentare: falso “made in italy” all’estero fattura 60 mld
All'estero il falso “made il Italy” a tavola fattura 60 miliardi di euro: sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. A lanciare l'allarme e' la Coldiretti, secondo cui l'eccellente performance delle esportazioni (+9%) nel 2011 potrebbe ulteriormente migliorare grazie a "una più efficace tutela nei confronti della “agro pirateria” internazionale".
Secondo la Coldiretti, le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone, ma in vendita ci sono anche Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America, Pamesello in Belgio o Parmezan in Romania. Per non parlare del Romano, dell'Asiago e del Gorgonzola prodotti negli States dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano "spacciate" come originali. E in alcuni casi sono i marchi storici a essere 'taroccati' come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. "Un fenomeno che frena la diffusione del made in Italy e che - precisa Coldiretti - è causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili".