Il procuratore Gratteri parla di Giustizia a Spezzano Albanese
“Educazione alla Giustizia”. È questo il tema dell'incontro organizzato dall'Associazione Culturale MeEduSA, presieduta dal giornalista Emanuele Armentano, in collaborazione con l'Istituto Comprensivo di Spezzano Albanese, diretto dalla Dirigente Scolastica Rosina Costabile, che si è tenuto venerdì 13 gennaio a Spezzano Albanese nella scuola media con il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. Un appuntamento che ha riguardato ad ampio raggio l'intero territorio che, oltre ad aver aderito con una grossissima partecipazione, ha risposto con la presenza istituzionale di vari sindaci, come quello di Altomonte (Gianpietro Coppola), di Tarsia (Antonio Scaglione), di Terranova da Sibari (Eugenio Veltri), di Spezzano (Giovanni Cucci), delle forze dell'ordine e del Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Cosenza, Ispettore Luigi Troccoli. Una festa in pieno stile, in cui l'intera comunità si è stretta attorno all'ospite “d'onore”, offrendo un caloroso benvenuto, contornato dai canti della tradizione arbëreshe e dai colori della cultura locale, con i bimbi vestiti con il tipico costume “llambadhor”.
Ed è sul principio di sinergia che il presidente Armentano ha voluto organizzare l'evento, al fine di veicolare la “lezione” del noto magistrato attraverso più canali possibili del tessuto sociale. «Solo mettendo da parte i campanili -ha detto Armentano- si può puntare ad una crescita uniforme e produttiva del territorio». Parole di elogi anche dalla Dirigente scolastica Costabile, “onorata di aver ospitato l'evento” nella propria scuola. «La formazione dei ragazzi -ha detto- parte dal buon esempio degli educatori. L'impegno della Scuola non si esaurisce al solo paese ma si espande all'intero territorio». Ad introdurre i lavori è stato Francesco Fusca, Ispettore Tecnico, Dirigente Ministero Iur, il quale ha evidenziato come nella Scuola Italiana si commetta l'errore di iniziare a parlare di Giustizia e Legalità con i ragazzi delle superiori. «Si deve partire sin dalla scuola dell'infanzia -ha detto Fusca- dove si muovono i primi passi della formazione umana».
A discutere dell'argomento è stato quindi il Procuratore Nicola Gratteri, il quale ha insistito sul ruolo fondamentale dei genitori e della scuola nella formazione dei giovani. «I Genitori -ha detto- devono dedicare più tempo ai figli, ascoltarli di più, dare l’esempio e la testimonianza di una vita corretta, condivisibile, dalla parte della Legge. Costantemente devono proporre vistosamente l’esempio di una vita improntata alla pratica del lavoro, da svolgere onestamente e da amare. Se i giovani smarriscono la via -ha precisato- spesso la colpa è degli adulti. C'è la necessità di imporre le regole anche se fare il bambino oggi è molto più difficile che ai miei tempi. Oggi c'è una esagerazione di attenzioni». Sulla scuola ha aggiunto: «Gli insegnanti devono insegnare bene l'italiano ai ragazzi, perché oggi sono molti quelli che si laureano e non sanno parlare. Bisogna applicare le regole del rigore e pretendere sempre il massimo».
Circa il proprio impegno nel portare in più parti d'Italia il suo messaggio, Gratteri ha sottolineato come in giro ci sia molta “invidia e cattiveria”: «Non vengo pagato per far queste cose -ha spiegato-, il mio lavoro mi dà tutto il necessario per vivere una vita dignitosa. Mi piace evidenziarlo poiché non credo in coloro che a parlare di giustizia e legalità ne hanno fatto un “mestiere”». Politica delle carceri, situazioni dei Tribunali, con conseguenti ripercussioni sull'applicazione della Giustizia, sono solo alcuni dei temi che il procuratore ha trattato e per i quali ha lanciato diverse proposte come di dotare i Tribunali delle nuove tecnologie multimediali: «sarebbe un risparmio per i cittadini di tempo e denaro». «Occorrerebbe un sistema giudiziario diverso -ha aggiunto- altrimenti non ce la faremo a sconfiggere le mafie. Se i tribunali, infatti, fossero delle imprese sarebbero già falliti: facciamo ancora i processi con i faldoni. Per velocizzare i processi ed abbattere i costi occorre informatizzare il sistema dei Tribunali». E dicendosi contro il rito abbreviato sui reati di criminalità organizzata, Gratteri chiama le attenzioni sul “fare scelte e politica seria nei confronti dei criminali comuni”. «Sono garantista fino alla fine -ha messo in evidenza- ma non si può transigere che da una condanna di trent'anni si arrivi a dover scontare solo 7 anni di carcere». E tornado sulla scuola e la cultura ha concluso: «Chi governa non vuole un popolo che si ribelli».