Costa Concordia, il racconto della tragedia nelle parole dei naufraghi calabresi
Finalmente rientrati in Calabria i naufraghi della nave da crociera Costa Concordia ritornano alle loro vite, chi con la voglia di dimenticare la brutta esperienza chi già impaziente di rimettersi a bordo di una nuova imbarcazione per un altro viaggio. L’esperienza è la stessa, quella dell’incidente che ha colpito il colosso del mare troppo vicino alla costa all’altezza dell’isola Del Giglio lo scorso venerdì sera mentre i passeggeri stavano cenando o erano tranquillamente accomodati nelle loro cabine, ma vista da diverse prospettive. Tante le voci sul comportamento dell’equipaggio nei momenti concitati del salvataggio, ma, a sentire dalla viva voce di chi questa esperienza l’ha vissuta, il tutto è, come sempre, molto soggettivo. Tra loro famiglie intere come quella di Isola Capo Rizzuto composta da Nino Tritto e la moglie, la loro figlia col marito Antonio Abate, proprietario di un ristorante nel paese in provincia di Crotone, e il figlio della coppia. Imbarcati per una crociera anche Francesco Frijio e Caterina Sestito una giovane coppia di neosposi di Cutro in viaggio di nozze. A Lamezia hanno fatto rientro anche i quattro naufraghi di Pizzo Calabro: Carmelo Onorini, Pasquale Monteleone, Domenico Vallone e Leonardo Colombo era direttore di cucina sulla Costa Concordia al suo ultimo imbarco dopo 40 anni di lavoro, doveva andare in pensione tra tre mesi.