Coldiretti Calabria, agricoltura e agroalimentare subito nell’agenda del governatore
“Carte alla mano, dimostreremo come e perché si può fare di più per far ripartire “la più importante locomotiva economica della Calabria”: su questo, mi creda, si gioca il futuro della nostra Regione noi ci aspettiamo molto dal Governatore.” Così Pietro Molinaro presidente Regionale Coldiretti Calabria, conclude una lettera inviata al Presidente Scopelliti a quasi due anni dalle elezioni. Una circostanziata lettera che richiama l’attenzione del Governatore sulla necessità di recuperare il tempo perso rispetto ad un “biennio sciupato”. Dopo aver richiamato le interlocuzioni con le Istituzioni Regionali sempre caratterizzate nelle diverse occasioni con progetti, proposte e risultati tangibili, animati dalla voglia di essere “forza economica e sociale amica della Calabria” tesa a privilegiare i fatti non la retorica con un lavoro incessante sul territorio, il presidente della maggiore organizzazione agricola sottolinea che le imprese agricole ed agroalimentari, continuano ad investire, a non delocalizzare, e per quanto ci riguarda - aggiunge – “sproniamo i giovani offrendo loro percorsi innovativi che creano lavoro vero”. Ma con preoccupazione annota “c’è un ma a tutto questo”.
Nella nostra Regione poi, notoriamente già in grave ritardo, come dimostrano gli indicatori socio-economici, le difficoltà si acuiscono in modo drammatico, peggiorandone i fattori di crescita legati in modo particolare all’utilizzo dei fondi comunitari ed alla necessità di fare le riforme. L’utilizzo poi dei Fondi comunitari, -prosegue la lettera - risulta essere ormai superato nella programmazione poiché, tra l’altro, si basa su dati di quasi dieci anni fa e quindi occorrerebbe una correzione veloce per individuare nuovi spazi di investimento rispetto alle priorità della Regione. Ma pur davanti ad una crisi internazionale –continua Molinaro - non possiamo assistere inerti ,ad un deterioramento della governance politico- amministrativa nella nostra regione. Nel “biennio sciupato”, - rincara Molinaro – non vi è stato nessun atto legislativo e amministrativo teso ad introdurre politiche virtuose per la tenuta del settore agricolo. Ed ancora: posti di lavoro che si perdono, imprese che chiudono o che sono in affanno, nessuna politica per l’accesso al credito, le risorse comunitarie hanno tempi biblici per essere erogate. Un nervo scoperto è il nessun apporto alla semplificazione. Basti pensare - che per liquidare i contributi per l’investimento alle imprese agricole occorrono ben 33 passaggi burocratici - da noi certificati punto per punto - all’interno della macchina amministrativa, le Riforme poi, che interessano direttamente l’agricoltura, non prendono forma e anzi continuano ad essere la palla al piede per una regione intera alimentando carrozzoni e rendite improduttive.
Tagliare, come sta avvenendo, senza riorganizzare - spesso equivale a non tagliare, anche perché avvertiamo resistenze al cambiamento. Noi – sottolinea Molinaro - abbiamo più degli altri la necessità di correre, perché maggiori sono i ritardi che dobbiamo colmare e per questo ci vorrebbe un impegno e misure straordinarie, mettendo tra l’altro l’agroalimentare in sinergico raccordo con tutta la spesa regionale. Quando si è alla fame, si aguzza l’ingegno, invece – chiosa -solo politiche ordinarie a bassissima efficacia. Ma l’elenco continua: ci si limita ad evidenziare la spesa dei fondi comunitari e non i risultati della stessa, sui capitoli del Bilancio Agricoltura non vi è nulla o quasi. Ci sono – ricorda Molinaro - esempi di autogoverno degli imprenditori agricoli, quali quelli nella zootecnia e nei Consorzi di Bonifica, che a fronte di progetti e azioni efficaci da mettere in campo, scontano penalizzazioni e ritardi ingiustificati. E’ evidente che davanti a tale comprovata inerzia, le imprese agricole si sentono mortificate e per la stragrande maggioranza di esse il tempo dell’ascolto e dell’attesa o peggio dei soli annunci è finito o comunque sta per scadere. Il non fare, la disattenzione, la pigrizia è una vera e propria provocazione per gli agricoltori che può generare una spirale pericolosa. Adesso occorre –conclude Molinaro - imporre quindi una svolta decisiva, che -rivolgendosi al Governatore – “Lei in prima persona deve gestire: la Sua agenda, deve contenere la giusta considerazione per l’agricoltura e l’agroalimentare”.