Il Comune di Cosenza rispetta il Patto di Stabilità
“Nonostante i limiti imposti dalle rigide normative statali e comunitarie, il Comune di Cosenza ha rispettato gli obiettivi del Patto di stabilità”.
Ad annunciarlo, il sindaco Mario Occhiuto che tiene a ringraziare l’assessore alle Politiche economiche, finanziarie e di bilancio Luciano Vigna “per l’ottimo lavoro svolto affinché Palazzo dei Bruzi non uscisse fuori dal patto a causa della difficile situazione economico-finanziaria”.
“I parametri imposti – precisa proprio l’assessore Vigna - rappresentavano ad inizio legislatura un obiettivo di difficile raggiungimento. Al 30 giugno 2011, infatti, il Comune di Cosenza registrava una differenza negativa rispetto agli obiettivi stimati a circa 5 milioni di euro. Il risultato raggiunto è un saldo positivo pari a 220 mila euro”.
Occorre ricordare che l’attività dell’esecutivo guidato dal sindaco Mario Occhiuto è stata incentrata fin dall’inizio soprattutto su un’azione di riduzione degli sprechi, sulla lotta all’evasione e sul miglioramento delle procedure amministrative di rilevazione dei dati contabili. Fondamentali per il perseguimento dell’obiettivo, sono state le politiche di razionalizzazione dei pagamenti e di alienazione di beni immobili.
“Si tratta di una prima tappa fondamentale nel lungo percorso di risanamento delle casse comunali – aggiunge poi Luciano Vigna - nonostante si sia dovuta fronteggiare una situazione non facile anche a causa dei debiti pregressi che hanno inciso notevolmente sulle dinamiche del patto. Tutte le nostre iniziative hanno sempre avuto lo scopo di scongiurare gli effetti catastrofici che la mancata aderenza al Patto di Stabilità avrebbe procurato sul bilancio comunale con la conseguenza inevitabile di un drastico taglio ai servizi che il Comune offre ai cittadini. Credo sia comunque importate ribadire un elemento già sottolineato da altre amministrazioni comunali – conclude l’assessore Vigna – e cioè l'eccessiva rigidità del Patto, con la necessità di applicarlo a cicli economici e non a singoli bilanci annuali. Tutto ciò perlopiù in considerazione dei rischi involutivi derivanti dalla politica degli investimenti troppo limitati che esso comporta”.