Apposti sigilli a due cave nel reggino, denunciati i responsabili
Nella costante azione di prevenzione e repressione dei reati in campo paesaggistico ambientale operata nell’hinterland reggino dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, il Reparto di Reggio Calabria, in due distinte operazioni finalizzate al controllo del territorio, ha rilevato e sequestrato due cave abusive, in località “Pietrastorta” di Reggio Calabria, allestite per il prelievo illecito di materiale inerte.
C.G. di 50 anni è stato sorpreso dal personale in servizio quando si trovava in un’area già sottoposta a sequestro penale dal personale CfS, mentre, dopo averne violato i sigilli, introduceva diversi mezzi per lo scavo di sua proprietà per operare il prelievo illecito degli inerti. L’indagato, nominato custode giudiziario dell’area sequestrata, era già stato denunciato a suo tempo per aver allestito, sulla medesima area, un vero e proprio sito di estrazione illegale. Lo stesso, a seguito di opportuni controlli, risultava non possedere alcuna autorizzazione o permesso in merito rilasciato dagli enti proposti. Al momento del controllo il cantiere abusivo non era attivo, ma veniva evidenziata la recente e continua azione di scavo finalizzata al prelievo degli inerti, in considerazione anche della sostanziale trasformazione attuata sull’orografia dell’area dal tempo del primo sequestro.
Per tali motivi a C.G. sono stati contestati, oltre al reato di violazione di sigilli, quello di realizzazione di scavi e sbancamenti finalizzati al prelievo di materiali inerti senza il necessario permesso a costruire. I mezzi meccanici rilevati sul cantiere e costituiti da un escavatore, una pala meccanica, una cernitrice fissa ed un gruppo elettrogeno, sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Nella medesima località, su di un terreno privato, a seguito di denuncia presentata dallo stesso proprietario, è stato deferito alla competente autorità giudiziaria tale C.S. di 64 anni. Sempre la pattuglia del Comando Stazione di Reggio Calabria, ricevuta la segnalazione dell’interessato, si era recata tempestivamente nella proprietà, effettuando diversi riscontri risultati, inizialmente, infruttuosi ma che palesavano l’azione di mezzi meccanici sulla proprietà. Nell’ultimo controllo, grazie alla presenza delle profonde ed evidenti tracce rilasciate sul terreno dai mezzi meccanici impiegati qualche giorno prima, si è riusciti, seguendole, a risalire ad un impianto abusivo, allestito ed occultato ad arte, posto a circa 250 mt più a valle nella proprietà dell’indagato. Nella stessa, oltre ad essere presenti cumuli di materiale inerte di matrice uguale o simile a quella riscontrata nel sito illecito, si notava la presenza dei mezzi meccanici utilizzati per il prelievo e le cui inconfondibili tracce avevano permesso di giungere nella proprietà. Ascoltato dal personale operante, C.S. non è stato in grado di esibire alcuna autorizzazione relativa al prelievo e alla realizzazione dell’improvvisato impianto di lavorazione e pertanto e stato denunciato, in stato di libertà, per furto di materiale sabbioso in proprietà altrui al fine di trarne illecito profitto, e per aver effettuato scavi e sbancamenti che hanno determinato la trasformazione permanente del suolo senza il necessario permesso a costruire. Anche in questo caso, l’area di cantiere ed i mezzi meccanici presenti di proprietà dell’indagato sono stati sottoposti a sequestro preventivo.