Sanità: malati e operatori sanitari abbandonati al loro destino

Cosenza Salute

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Angelo Sposato Segretario Generale CGIL

"Quello che sta avvenendo nelle strutture ospedaliere del territorio del Pollino, della Sibaritide e del Tirreno non è più tollerabile.

Nei mesi scorsi come CGIL CISL UIL della provincia di Cosenza con le rispettive federazioni di categoria abbiamo avanzato delle osservazioni in merito all’atto aziendale dell’Asp di Cosenza esprimendo delle sostanziali criticità sulla non conformità rispetto al DPGR n. 18/2010 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, dell’emergenza urgenza, della medicina di territorio e le linee guida regionali con riferimento al DGR n.54/2011.

La successiva conversione degli ospedali minori in casa della salute che doveva essere operativa entro il 31 marzo 2012 e garantire la rete del 118, sostenere la medicina territoriale ed ottimizzare il sistema della rete ospedaliera rischia di diventare attraverso l’ incomprensibile politica dei due tempi, una truffa ai danni dei cittadini delle aree periferiche, quelle interne che oggi sono costretti a migrare in strutture extraregionali o peggio confluire nelle strutture di Corigliano Calabro, di Castrovillari, di Rossano, di Cetraro e Paola che con tale tempistica non riescono a garantire neanche l’emergenza.

La cittadinanza è disorientata, si bloccano i ricoveri, nelle strutture si presentano disservizi organizzativi, malati costretti a sostare nei corridoi del pronto soccorso, mezzi e presidi insufficienti, ambulanze inadeguate. E’ caos sanitario.

Grazie solo all’encomiabile lavoro degli operatori sanitari e dei medici che lavorano con abnegazione e passione ad oggi si riesce a garantire ancora quel minimo di continuità assistenziale. Ma ciò non può durare a lungo e non è più sostenibile dagli stessi che si sentono abbandonati al loro destino.

In alcuni casi sono chiamati a turni di superlavoro insopportabili, mancano nella provincia di Cosenza oltre 400 operatori sanitari e poi stranamente si mette in discussione la stabilizzazione che riguarda il personale medico e paramedico. Tutto ciò è sconcertante.

Le liste di attesa per i malati sono diventate insostenibili ed il ricorso alla sanità privata è diventata l’unica alternativa per quei pochi che hanno la possibilità di sostenerne i costi.

Il rischio di tutto ciò è che venga messo in discussione il diritto di cura, il principio della universalità del servizio sanitario nazionale e l’affermazione del concetto di sanità pubblica in Calabria a vantaggio esclusivo del privato così come avviene in alcune aree regionali e nel nostro territorio. Tutto ciò è sconcertante.

E’ questa la sanità che pensa Scopelliti? E i suoi colonnelli del territorio, ognuno con trent’anni di politica e di responsabilità sulle proprie spalle che si limitano a colpevolizzare il precedente governo regionale, che ha le stesse responsabilità e che ha già pagato tornandosene a casa, come pensano di tutelare il diritto alla salute della propria gente, della propria terra? E’ solo colpa degli altri? Dov’erano e dove sono? La Cgil territoriale è convinta che occorre a questo punto un’azione sinergica con Cisl e Uil le federazioni di categoria e le istituzioni locali che porti immediatamente ad una mobilitazione sul territorio. La Cgil Comprensoriale ritiene altresì opportuna una immediata indagine della magistratura competente per aprire una inchiesta sulla sanità territoriale per accertare le responsabilità della mancata applicazione sul territorio del Pollino e della Sibaritide dei LEA (livelli essenziali di assistenza) riferiti sia alle prestazioni sanitarie, sia in rapporto al numero di abitanti e posti letto che pregiudicano il diritto di cura e la continuità assistenziale dei cittadini."


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