Mercoledì al Marca la mostra “Colonna Sonora”
Mercoledì 7 marzo alle ore 18, nella sede del MARCA, viene presentato Colonna sonora, un progetto site-specific di Mario Parentela, l’artista catanzarese che sin dall’inizio degli anni settanta si è distinto per una ricerca sperimentale e multidisciplinare ponendosi sempre in relazione con le neoavanguardie, dalla Pop Art alla Poesia Visiva. Con questa iniziativa, promossa dalla Provincia di Catanzaro, il MARCA prosegue un innovativo filone di ricerca teso a sviluppare la progettualità all’interno dei propri spazi espositivi dove il museo si propone come soggetto intorno al quale si determina la creatività. “Il museo già ampiamente riconosciuto a livello nazionale”, afferma Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro, “ribadisce la propria identità e attraverso questo importante progetto favorisce la divulgazione degli artisti più significativi presenti sul territorio.” Dopo Luigi Magli, è Mario Parentela a proporre, sino all’1 aprile, una serie d’interventi installativi sul tema della musica non sonora creando un concerto silenzioso dove compaiono alte colonne di dischi in vinile interrotte da frammenti di strumenti musicali, giradischi realizzati con materiali di recupero come conchiglie, matite e tubetti di colore, o spartiti cancellati. Tra dipinti, disegni, sculture, libri-oggetto e realizzazioni polimateriche, sono oltre 50 le opere presentate al MARCA in un percorso che dal 1980 prosegue sino al 2012 con una serie di realizzazioni inedite.
Il progetto, concepito e ideato per quest’occasione, presenta tre grandi installazioni dove la musica diventa elemento di contemplazione visiva creando un dialogo immaginario tra la fisicità degli oggetti, la loro memoria e la loro evocazione. “L’opera di Parentela è motivata dal desiderio di rompere ogni forma di tabù attraverso un’operazione di vero e proprio sabotaggio delle regole linguistiche”, afferma Alberto Fiz, direttore artistico del MARCA. “In questo caso la musica-non musica costituisce un perfetto ossimoro dove l’artista costruisce il suo dialogo paradossale intorno ad oggetti che subiscono uno scarto linguistico costringendo lo spettatore ad entrare in scena.” Accanto a due installazioni con spartiti simulati e strumenti musicali intesi come elementi plastici ibridati anche da elementi naturali, il progetto prevede un intervento site-specific di oltre 15 metri che si estende lungo un’intera sala espositiva. Qui si sovrappongono tracce, indizi, visioni dove per Parentela la musica diventa uno strumento di riflessione sulla semantica dell’arte con oggetti decontestualizzati e imprevedibili come Eclissi del 1980 dove un disco in vinile entra in contatto con un frammento di colonna antica creando una sinergia imprevista tra elementi appartenenti a contesti in apparenza inconciliabili. Tra le opere più recenti non manca nemmeno un distributore di gelati da cui non escono coni, ma spartiti musicali. “La musica”, afferma Parentela, “non è altro che l’occasione per andare oltre la terza dimensione e forse la miglior sonorità giunge dalla conchiglia che rappresenta per me una vera e propria cifra stilistica.”
Del resto, Parentela ha sempre privilegiato lo sconfinamento e il suo approccio con la musica è strettamente connesso con la Poesia Visiva, esperienza a cui ha partecipato pur mantenendo sempre una posizione autonoma. “Di qui”, come scrive Andrea Romoli Barberini, “la ciclicità di una ricerca che vede nel naufragio e nella dispersione dei codici che sostanziano l’opera, il momento primo e necessario per la loro riorganizzazione e ricostituzione in forme inedite e, a loro volta, destinate a intraprendere nuovamente un ulteriore, ma diverso, processo di dissoluzione e annullamento.” Il progetto viene presentato al MARCA in una conversazione di Mario Parentela con Alberto Fiz e Andrea Romoli Barberini. Nell’occasione sarà proiettato il film sperimentale dell’artista Ego del 1975 e ParentelaSound, il video di Antonio Renda realizzato per quest’occasione.
Biografia
Mario Parentela è nato nel 1942 a Catanzaro dove vive e lavora. Dopo un esordio come pittore, dal 1971 si avvicina alla Poesia Visiva, in un’area di ricerca al confine fra pittura e scrittura, usando sia parole che immagini. Nel medesimo periodo inizia la sua ricerca sulla musica. Sempre nel 1971 fonda a Catanzaro, insieme a Franco Magro, lo studio d’arte “Il Meridione” che diventa un riferimento importante per gli artisti operanti nell’area delle neoavanguardie. Nel 1975 le sue operazioni utilizzano il manifesto murale e si avvicinano alla multimedialità (performances, librioggetto). Nel 1975 realizza Ego, un film d’artista dove la città di Catanzaro viene percepita attraverso i cinque sensi e successivamente la sua multiforme attività creativa lo conduce a dirigere, insieme a Luciano Caruso, una collana di libri-oggetto dal titolo “Formato lib(&)ro”. Dal 1983 al 1991 è presente a rassegne innovative rispetto alla realtà artistica meridionale come “Dai Margini L’Arte” e “I Post-Merdionali”. Nel 1978 è invitato a Palazzo Strozzi di Firenze nella mostra “Il piccolo scrivano” e nel 1986 al Museo Pignatelli di Napoli nella rassegna “Riviste sperimentali a Napoli 1960/70”. Partecipa alla rassegna “Far Libro” (Forte Belvedere, Firenze 1989) e a “Il libro d'artista in Italia 1960 -1998” proposta alla Galleria d'arte moderna di Torino. Nel 1996 realizza una cartella di grafica recuperando “I Mustazzoli” testimoni di antichi linguaggi. Due anni dopo, nell’ambito degli scambi tra il museo “Mattia Preti” di Taverna e il Museo d’arte contemporanea La Valletta, è invitato alla mostra “La Continuità”. Nel 2003 espone al Museo dell’Otto e Novecento di Rende nella rassegna “Arte in Calabria 1960-2000” e nel 2009 prende parte alla collettiva “Art of Live” alla Triennale di Milano.