Le quote rosa non piacciono, apprezzamenti da parte di Sorace Udc
“Le quote rosa non piacciono” – chiaro e deciso è il monito della dirigente dell’Udc, Francesca Sorace, la quale, attraverso una propria nota stampa, sottolinea il fatto di come “significativi appaiono i dati che confermano quanto sia stata veloce l’ascesa della donna in diversi contesti, seppur contrastata e sottovalutata”.
“Da uno studio autorevole – le parole della Sorace - è emerso che i laureati in Italia, con età compresa tra i 25 ed i 64, sono, sulla popolazione totale, per il 15,7% donne e per il 13% uomini; eppure le donne, a parità di lavoro, spesso guadagnano meno degli uomini.
Purtroppo, assistiamo ad un altro dato sconfortante, ossia che il 51,1% delle donne occupate abbandona il lavoro dopo la nascita di un figlio. Solo l’8% delle impiegate mamme raggiunge un ruolo dirigenziale e solo una donna su due, con un figlio, ha un lavoro.
Lo studio ha analizzato gli effetti della legge 81 che tra il 1993 ed il 1995 vietava, alle elezioni comunali, più di due terzi di candidati dello stesso genere. Il primo comma dell’art.3 della Costituzione è chiaro (sancendo l’uguaglianza di tutti i cittadini), ma il comma due richiede un impegno da parte della Repubblica al fine di rimuovere gli ostacoli che limitando la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Le donne, per troppo tempo, sono rimaste relegate in posti marginali nei luoghi decisionali ed hanno dovuto combattere per conquistare spazi sempre maggiori in tutti gli ambiti.
Parlare di quote rosa, a volte, sembra fuori luogo in quanto la donna non appartiene ad una “categoria protetta” e quindi non ha bisogno di “posti riservati”.
Significativo e ben accolto, invece – sottolinea, sempre, Francesca Sorace - è stato l’appello di alcuni deputati affinché il dettato dell’art.51 della Costituzione non rimanga “lettera morta” e che ha trovato espressione nella proposta di Roberto Occhiuto (UDC), Fabio Rampelli (PDL) e Guglielmo Vaccaro (PD). L’iniziativa ha avuto origine nella necessità avvertita di oltrepassare quel meccanismo annoso che ha visto le donne in posti marginali ai tavoli decisionali”.
La definizione di “quote rosa” dà fastidio ed a questa linea si è uniformata anche la responsabile del gruppo femminile regionale dell’Udc, Silvana Gallucci, la quale ha affermato che “è arrivato il momento di diffondere una consapevolezza diversa sin dalle prime generazioni affinché la donna non faccia più da corollario all’universo maschile. Occorre smuovere il sistema associativo, istituzionale, sindacale, delle professioni e dell’impresa, affinché tutti insieme si sostenga la legge regionale di iniziativa popolare che mutua il sistema elettorale della Campania della doppia preferenza uomo-donna”.
L’argomento è stato da sempre oggetto di attenzione da parte della responsabile nazionale, per l’Unione di Centro, del dipartimento delle Pari opportunità, Marisa Fagà, la quale, in una conferenza stampa, che ha visto anche il coinvolgimento dalla Commissione Pari opportunità della regione Calabria, ha sottolineato “l’importanza di promuovere un’azione culturale affinchè il mondo delle donne non sia più oggetto di discriminazioni, azione che coinvolga in maniera capillare il mondo del lavoro e della politica”.