Caligiuri: “La cultura è il petrolio dell’Italia”
La cultura è il petrolio dell'Italia e le regioni puntano su questa risorsa. Al punto da chiedere dei veri e propri Stati Generali della Cultura, la cui organizzazione sarà affrontata in tempi stretti dalla Conferenza delle Regioni. In un territorio come quello italiano, che 'ospita' il 50% dei beni culturali mondiali, le Regioni propongono un'iniziativa che metta la cultura al centro delle politiche di sviluppo nazionale.
''L'Italia potrà essere il sesto o settimo Paese industrializzato del mondo, però è certamente la prima potenza culturale del pianeta'', sottolinea all'Adnkronos Mario Caligiuri, assessore alla Cultura della Regione Calabria nonché presidente della Commissione Beni Culturali della Conferenza delle Regioni e, insieme agli altri suoi colleghi, promotore degli Stati Generali. La politica di sviluppo chiesta dalle regioni italiane, si muove fra il sostegno pubblico, teso soprattutto alla tutela e alla salvaguardia dell'immenso patrimonio, e l'intervento dei privati. Un po' sul 'modello Colosseo', del cui intervento di restauro si è fatto carico per intero, con 25 milioni di euro stanziati, il patron del Gruppo Tod's, Diego Della Valle. Ma c'è anche chi, come il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e quello dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, sogna una legge di defiscalizzazione per i privati che investono nei beni culturali, come accade in alcuni Paesi del mondo, che sarebbe capace di attivare una grande quantità di finanziamenti.
''Abbiamo un patrimonio straordinario che non è né messo a reddito né messo in rete'', spiega Caligiuri, sostenendo la necessità di ''un'azione congiunta tra settore pubblico e privato per valorizzare quello che è il vero petrolio del nostro Paese: i beni culturali''. L'assessore calabrese chiarisce che la Commissione Beni Culturali della Conferenza delle Regioni, da lui presieduta, ''sta svolgendo un'attività a livello nazionale in questo senso e ha attivato un tavolo con "Civita", l'associazione che raggruppa i più importanti investitori privati nel settore della cultura. Il vero obbiettivo, secondo Caligiuri, è ''sviluppare dei progetti che abbiano delle ricadute su tutte le regioni italiane, perché - sottolinea - uno dei limiti è che i privati investono soprattutto in determinate aree, come Milano e Roma, e meno in altre. Non è una bestemmia sostenere che il ruolo dei privati è fondamentale per promuovere e valorizzare al meglio i beni culturali del nostro Paese''. Quanto alle leggi in materia, secondo Caligiuri ''ci sono già, anche se bisogna semplificare e snellire''. Ma serve, avverte l'assessore calabrese, ''una visione politica chiara per fare dialogare pubblico e privato nell'interesse comune''