Province. Consiglio d’Europa, Ferro soddisfatta
“Anche il Consiglio d’Europa ha confermato che l’eventuale soppressione delle Province costituirebbe una violazione della Carta europea delle autonomie locali, firmata dall’Italia nel 1985 e ratificata nel 1990. La Carta prevede che gli enti locali come le Province debbano esercitare un mandato elettivo locale a suffragio universale. Una previsione volta a tutelare la più ampia rappresentatività democratica delle comunità locali, che è stata nei fatti cancellata dal Governo Monti con il decreto ‘Salva Italia’”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, commentando la dichiarazione del presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, il britannico Keith Whitmore, in occasione di un dibattito sul ruolo dei poteri locali. “Il presidente Whitmore – ha aggiunto Wanda Ferro – ha sottolineato come gli enti locali ‘stanno pagando il prezzo del taglio dei costi dovuto alla crisi economica’.
Le Province rischiano di essere sacrificate sull’altare dell’antipolitica, ma in realtà sopprimere gli enti intermedi avrebbe un costo di gran lunga superiore ai risparmi che si pensa di ottenere. Basti pensare alla esigenza di rivedere l’intero sistema della finanza locale, oppure alla necessità di riorganizzare il patrimonio immobiliare, o al problema del trasferimento di contratti e convenzioni, oltre che al costo del trasferimento dei dipendenti alle Regioni. L’autorevolissimo intervento del Consiglio d’Europa deve spingere il Governo a rivedere un provvedimento che avrà costi enormi per la collettività, sia in termini finanziari, sia dal punto di vista sociale”. Il presidente Ferro ha quindi rivolto un plauso al vice presidente del Consiglio provinciale di Catanzaro e segretario generale aggiunto dell’Aiccre, Emilio Verrengia, “per la caparbietà e la determinazione con cui ha sostenuto la causa delle Province in sede europea, presentando una mozione al Congresso dei poteri locali e regionali e ottenendo il pieno sostegno dei membri del Congresso alla causa degli enti intermedi, per i quali si può piuttosto pensare di procedere ad una riorganizzazione che ne migliori l’efficienza e riduca al massimo gli sprechi, senza però sacrificarne le prerogative di rappresentanza democratica”.