Cgil Cosenza su riforma mercato del lavoro
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa Giovanni Donato, segretario generale Cgil Cosenza
"Oggi anche i lavoratori della forestazione, che svolgono la loro attività nel Comune di Cosenza, hanno protestato contro la proposta di Riforma del mercato del lavoro predisposta dal governo Monti ed espresso, altresì, preoccupazione per la copertura finanziaria dei loro salari sino a fine anno.
Il Governo Monti ha deciso di non arrivare ad un accordo sulla Riforma del mercato del Lavoro: una decisione irresponsabile, per la tensione sociale che potrebbe alimentare, e peraltro non giustificabile nel merito. Il Governo, infatti, ha cambiato segno rispetto a quanto annunciato prima di iniziare i confronto con le Parti sociali: la riforma doveva rendere più sicuro il mercato del lavoro, riducendo la precarietà, in primo luogo dei giovani e delle donne ed invece lo ha reso più insicuro per tutti. Rendere più facili i licenziamenti ingiusti - con l’introduzione del licenziamento per motivi economici che qualora ingiusto prevede solo il risarcimento economico e non anche il reintegro del lavoratore - mette in ombra anche alcuni timidi passi in avanti che pure sono stati fatti su altre questioni affrontate nel disegno di legge, varato venerdì scorso. Una riforma giusta, infatti, non può fondarsi su un'ingiustizia, così come sull’ingiustizia non può fondarsi una reale e buona crescita economica.
La Calabria, in particolare, certamente non della modifica dell’articolo 18 ha bisogno ma di una robusta politica di sviluppo. Per conseguire questo obiettivo serve in primo luogo un sistema produttivo che sappia competere sui mercati sulla base dell’innovazione e della specializzazione, caratterizzandosi per prodotti ricchi di creatività, di talento, di sapere. Tutto ciò può realizzarsi solo se si riconosce piena dignità al lavoro, non se lo si tiene sotto minaccia. Per essere competitivi servono tante cose ma più di ogni altra serve una condizione di lavoro partecipe e responsabile, mai subalterno. La scelta del Governo è fortemente sbagliata perché è frutto della decisione di seguire la strada opposta, colpendo quindi lavoro e crescita; non solo, il Presidente del Consiglio, all'atto dell’insediamento del “governo dei tecnici” aveva affermato di voler tenere insieme risanamento, sviluppo ed equità. Tutti sanno che perché ciò si realizzi è imprescindibile l'unità, mentre quella che abbiamo dinanzi è una scelta che divide, nel momento in cui al Paese serviva archiviare la stagione delle divisioni per unirsi nel difficile compito di rimettere in moto l'Italia.
Si gioca, quindi, una partita importante, decisiva per il futuro di tutti noi, e il primo compito che ci viene affidato è di quello dire la verità, informando il Paese del danno che gli si vuol arrecare ma subito dopo abbiamo il dovere di cambiare questa scelta, puntando con forza al rilancio di una sfida che porti ad un nuovo ciclo di sviluppo e che crei lavoro e buona occupazione.
Questo è l’impegno della CGIL per i prossimi mesi: ci vorrà fermezza, servirà unità, bisognerà creare serviranno alleanze ma, probabilmente, sarà necessaria una nuova stagione di lotte, alle quali come sempre le lavoratrici ed i lavoratori italiani non mancheranno di dare il loro contributo."