Prete Isola: “giustizia condanna persone innocenti”
Don Vincenzo Scerbo, giovane sacerdote di Isola Capo Rizzuto, è finito nel vortice dell’attenzione dei media per un suo intervento in chiesa durante la sua prima messa, domenica scorsa nella cittadina del Crotonese, a pochi giorni dalla sua ordinazione. "Questo che per me doveva essere il giorno più bello della mia vita lo è solo in parte - ha detto il sacerdote durante i suoi ringraziamenti - perché una parte del mio cuore viaggia lontano da questo luogo, attraversa i muri e le sbarre del carcere di Siano per accostarsi al cuore di mio padre e sussurrargli 'grazie': grazie papà per avermi permesso di correre con le braccia spalancate incontro al mio Dio".
"In questa sede - ha poi proseguito don Vincenzo - elevo gravida di dolore la mia preghiera a Dio perché la sua giustizia intervenga là dove la giustizia di questo mondo ha dimostrato tutta la sua meschinità e la sua grettezza. Nonostante siano passati duemila anni, ancora assistiamo inermi ad una giustizia che non si fa scrupolo di condannare persone innocenti guidata da logiche di parte e da verità di comodo". Questa sua affermazione è stata considerata come una sorta di anatema contro i giudici per la condanna del padre. Romolo Scerbo giudicato e condannato sia dal Tribunale di Crotone che dalla Corte d'appello di Catanzaro che lo hanno ritenuto colpevole di estorsione ai danni dei gestori di un villaggio turistico con l'aggravante di aver agito usando metodi mafiosi.
Dalle affermazioni apertamente dissociato don Edoardo Scordio, parroco di Isola Capo Rizzuto: "simili messaggi contraddicono il senso di tante battaglie e sono altamente diseducativi. Per questo, rammaricato, non posso non dissociarmi radicalmente da quelle affermazioni che pertanto sono da attribuire soltanto alla sua personale responsabilità".