Federfarma Catanzaro: da giugno nuova campagna di prevenzione

Catanzaro Salute

Federfarma Catanzaro dà inizio da giugno ad una nuova campagna di prevenzione in collaborazione con il presidio polispecialistico Villa Elisa di Soverato.

Per il dott. Stefano Raspa-Segretario di Federfarma- “La nuova iniziativa che consiste nello screening per la prevenzione del tumore del colon retto, coinvolge le farmacie della provincia catanzarese dove i pazienti, donne e uomini, di età compresa tra i 50 ed i 69 anni troveranno il kit necessario ad effettuare il test.

Le farmacie sono ormai protagoniste importanti nella prevenzione di patologie importanti come i tumori ed il farmacista oggi ha ormai un ruolo sanitario e sociale di fondamentale importanza strategica. La farmacia è un presidio a livello territoriale, e questa campagna fa leva sulla sua peculiarità di arrivare a parlare di salute al cittadino nel modo più capillare possibile.

La prevenzione delle malattie è il primo passo verso il benessere e dipende essenzialmente da una corretta informazione sugli esami medici cui sottoporsi periodicamente e da una corretta scelta dei prodotti. Per questa ragione, nelle farmacie aderenti all’iniziativa sarà possibile trovare a disposizione personale altamente qualificato, pronto ad assistere e a consigliare al meglio i pazienti”.

“Ritengo- continua Raspa- che la farmacia debba connotarsi sempre di più come un centro di servizi e rappresentare un punto di riferimento sul territorio, affidabile e professionale, per la salute e il benessere dei cittadini”.

Per la dott.ssa Cristina Murone – Rappresentante dell’Ordine dei farmacisti della Provincia di Catanzaro- “Ora la farmacia è più che mai in pieno sviluppo e con i mezzi e gli strumenti più innovativi e avanzati guarda alla tradizione e recupera, con nuovo slancio, il ruolo e i valori del passato, nei quali sta anche il suo futuro: la specializzazione professionale, l’attività di preparazione, lo spirito di servizio, il dialogo e il rapporto personalizzato con il paziente. Per affrontare al meglio questa fase di transizione non bisogna adottare delle logiche puramente commerciali, snaturando l’essenza e di conseguenza la ragion d’essere della farmacia; la giusta direzione in cui muoversi è invece quella della professionalità e del servizio, ponendosi nel sistema della salute pubblica come punto di riferimento fondamentale sul territorio, in collaborazione anche con la classe medica”.

Per il dott. Bruno Froio- Ditettore Scientifico di Villa Elisa- “Questo è un programma organizzato di screening di un numero più o meno grande di cittadini; è un programma sanitario che si rivolge ad una ben definita popolazione, considerata a particolare rischio per età o per altre caratteristiche e che viene sottoposta ad un test di screening di facile esecuzione, innocuo, ripetibile, facilmente accettabile, al fine di selezionare un sottogruppo di popolazione positivo al test da sottoporre ad ulteriori e più sofisticate indagini diagnostiche.

Ciò può consentire di cogliere una malattia pre-tumorale o tumorale nelle sue prime fasi di sviluppo, in modo da garantire un tempestivo intervento terapeutico. Un intervento precoce sarà limitato e conservativo, consentirà la risoluzione della patologia e aumenterà le probabilità di guarigione completa. Il programma di screening dei tumori del colon-retto prevede che le persone appartenenti alla fascia di età 50-69 anni (uomini e donne) siano sottoposte ogni due anni al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci con unico prelievo e senza restrizioni dietetiche. Per coloro in questa fascia d’età che non abbiano mai eseguito una colonscopia viene consigliata la sua esecuzione una tantum, all’inizio del percorso di screening. Tale accertamento diventa obbligatorio in caso di familiarità per tumori del colon-retto”.

Il Prof. Marco Maria Lirici - Primario Microchirurgia laparoscopica e chirurgia colorettale dell’Ospedale S. Giovanni –Roma- ha parlato di cos’è il tumore del colon –retto.

“L'intestino è l'organo deputato all'assorbimento delle sostanze nutritive che provengono dall'alimentazione.
È un tubo della lunghezza di circa 7 metri suddiviso in intestino tenue, o piccolo intestino (a sua volta ripartito in duodeno, digiuno e ileo), e intestino crasso, o grosso intestino.

Quest'ultima parte è formata dal colon destro o ascendente (con l'appendice), dal colon trasverso, dal colon sinistro o discendente, dal sigma e dal retto.

Il tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo. C'è anche chi distingue tra tumore del colon vero e proprio e tumore del retto, ovvero dell'ultimo tratto dell'intestino, in quanto possono manifestarsi con modalità e frequenze diverse. Questo è soprattutto vero per quei tumori del retto insorti nella porzione di retto più bassa (più vicina all’ano): il cosiddetto retto sottoperitoneale.

Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità, dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone e della prostata nell'uomo.

La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne.

Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di tumori, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile soprattutto a un'informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e ai miglioramenti nel campo della terapia”.

Ha parlato di chi è a rischio, dei fattori nutrizionali, dei fattori genetici, dei fattori non ereditari, delle tipologie e dei sintomi.

Il Prof. Lirici ha concluso che esistono cause molteplici alla base di un carcinoma colorettale: da quelle ambientali e legate alle abitudini di vita a quelle genetiche e familiari. Mentre poco si può fare per prevenire un tumore che abbia una causa genetica ossia legato ad una familiarità per la malattia, se non attuare tutto quanto possa portare ad una sua diagnosi quanto più precoce possibile, di più può essere fatto per evitare quei comportamenti che possano favorire la insorgenza di un tumore del colon-retto. Sappiamo ad esempio che tali tumori sono molto rari all’interno di comunità vegetariane o nelle quali la dieta risulta particolarmente ricca di fibre vegetali, al contrario di quanto avviene nei paesi occidentali del cosiddetto benessere, ove la dieta a base di prodotti animali è molto frequente. Modificare le nostre abitudini alimentari può, pertanto, aiutare a prevenire il tumore colorettale.

La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di identificare il 25 per cento circa dei cancri del colon-retto. Se viene associata a una colonscopia (ovvero a un esame del colon con un apposito tubo flessibile), effettuata ogni dieci anni dopo i 50 anni di età, è in grado di individuare il 75 per cento dei tumori.

Alcune società scientifiche, come l'American Cancer Society, raccomandano di sottoporsi a queste due pratiche di screening appena compiuti i 50 anni, indipendentemente dalla presenza di una familiarità per il tumore. Secondo altre società scientifiche, la colonscopia dovrebbe essere un esame di secondo livello (ovvero da farsi solo se la ricerca del sangue occulto è positiva, oppure nelle persone ad alto rischio per ragioni genetiche o di familiarità).

È invece certo che vi si devono sottoporre tutti coloro che manifestano sintomi intestinali compatibili con la diagnosi di tumore del colon e coloro che hanno avuto un familiare con queste patologie. In questo caso le colonscopie vengono effettuate più frequentemente, in genere ogni cinque anni, mentre la ricerca del sangue occulto nelle feci viene fatta ogni anno.