Farmacie. 20 e 21 febbraio di nuovo serrate
Dopo lo sciopero del 30 gennaio scorso, per i farmacisti della provincia di Catanzaro è assolutamente inaccettabile - si legge in una nota stampa di Federfarma Catanzaro - il fragoroso silenzio della ASP di Catanzaro. Delusione e indignazione anche nei confronti della Regione per il disimpegno e il disinteresse manifestato dinanzi ad un tema scottante che permane in tutta la sua drammaticità.” Dopo l’apparente apertura (accordo del 16 novembre 2011) del Governo Regionale, dedito a censire i dati e i numeri ereditati dal governo uscente, ad oggi nessuna certezza sul pagamento delle mensilità richieste, nessuna certezza sulla regolarità dei pagamenti, nessun dialogo e (figuriamoci!) nessuna apertura verso un reale ammodernamento del sistema farmaceutico.
Dove sono finiti i buoni propositi degli esordi? E perché in una Regione che è parte di uno Stato democratico, informato a principi di solidarietà sociale, è accaduto ciò che non accade altrove e cioè che la legittima protesta di un’intera categoria di lavoratori professionisti, che quotidianamente dispensa salute al popolo per il ruolo che è deputata a svolgere, è stata totalmente ignorata dagli uffici della Regione Calabria? Il costante ritardo nei rimborsi dovuti alle farmacie per la distribuzione dei medicinali a carico del SSN, assestato, attualmente su cinque mensilità, oltretutto, non accenna a migliorare. E dinanzi all’aria rassegnata dei dirigenti dell’ASP, che non lascia spazio a confortanti previsioni, ai farmacisti della provincia di Catanzaro non rimane che agire a tutela dei propri interessi, economici e professionali, anche a difesa dei colleghi farmacisti che le saracinesche, dopo il 30 gennaio scorso, le hanno abbassate per sempre.
Risale ormai a 50 giorni fa l’ultimo versamento dell’ASP ai farmacisti, con il pagamento dei mesi di giugno e luglio 2011, peccato che tale pagamento non è stato neppure lontanamente l’inizio di una soluzione definitiva. Piuttosto, si possono considerare le briciole di un banchetto al quale i rappresentanti dei farmacisti non sono stati neppure invitati. Di questo passo il ritardo è destinato solo ad aumentare. Vogliamo fatti non parole. Vogliamo fatti non carta straccia.
In ragione di quanto detto, Federfarma Catanzaro, con delibera del Consiglio Direttivo del 30 gennaio 2012, è giunta alla determinazione di proclamare ed attuare a livello provinciale nel corrente mese di febbraio una uova forma di agitazione:
a) legittima, perché rientrante negli strumenti che la legge fornisce ai farmacisti per esprimere pubblicamente le proprie doglianze;
b) doverosa, nei confronti non solo di quelle farmacie che più di tutte subiranno gli effetti negativi dei sospesi pagamenti, ma anche della stessa cittadinanza che rischia di avere un servizio più debole;
c) maggiormente incisiva della precedente, anche allo scopo di tenere viva nell’opinione pubblica la reale gravità del problema.
Pertanto, qualora dalla ASP di Catanzaro e/o dalla Regione Calabria non perverranno entro il 7 febbraio p.v. concrete rassicurazioni, nello stesso giorno Federfarma Catanzaro proclamerà lo stato di agitazione nell’assistenza farmaceutica con la chiusura di tutte le Farmacie della Provincia di Catanzaro, operanti nel territorio di competenza della Azienda Sanitaria provinciale di Catanzaro, dlla durata di 48 ore onsecutive, ovvero dalle ore 8.30 del giorno 20 febbraio alle ore 20,00 del giorno 21 febbraio 2011, ad eccezione delle farmacie tenute ad espletare servizio continuativo in base ai turni determinati dall’Azienda Sanitaria territoriale competente.
Federfarma Catanzaro avverte che, dopo le due giornate di sciopero, nell’ipotesi in cui il ritardo nei pagamenti dovesse ulteriormente perdurare, è intenzione dei farmacisti della provincia di Catanzaro di sospendere l’assistenza diretta, misura tanto estrema quanto, tuttavia, imprescindibile. Il successivo immediato passo dei farmacisti sarà di dare corso alle ingiunzioni di pagamento con tutti i maggiori costi a carico della ASP per interessi e spese legali. In tal caso, chi avrebbe avuto la possibilità di dare risposte concrete ai farmacisti farà bene ad interrogarsi su come rendere conto alla collettività calabrese – oltreché alle Autorità di controllo contabile - del danno erariale che ha contribuito a determinare.