Laurea honoris causa a Cardinale Bertone a Catanzaro

Catanzaro Attualità

Una due giorni calabrese per il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato del Vaticano, L'occasione della visita è la consegna della laurea honoris causa in giurisprudenza assegnatagli dall'università Magna Graecia di Catanzaro. La cerimonia di conferimento al teatro Politeama del capoluogo, nell'ambito della manifestazione "Quale futuro per l'Europa nel Mediterraneo?". La laurea a Bertone rientra nel percorso "Res novae, tra etica, politica e economia", promosso dall'ateneo e dall'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace. La manifestazione è stata aperta dal concerto dell'orchestra e Sinfonica e coro del conservatorio Torrefranca di Vibo Valentia, che ha proposto come omaggio l'esecuzione di musiche sacre. I saluti istituzionali sono stati presentati dal presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti e dal presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro. Interventi di Gianni Pitella, primo vicepresidente del Parlamento europeo e dell'arcivescovo metropolita, Vincenzo Bertolone. Il cardinale Bertone ha tenuto una lectio magistralis, dopo gli interventi del rettore, Aldo Quattrone e la laudatio del professor Andrea Errera, ordinario di Storia del Diritto Medievale e moderno. La commissione per il conferimento della laurea honoris causa era composta dai professori Luigi Ventura, Valerio Donato, Andrea Errera, Paolo Falzea, Luigi Fornari, Paola Mori, Alberto Scerbo, Lorenzo Sinfisi, Francesco Siracusano, Aquila Villella, Antonio Viscomi. Domani, invece, il cardinale celebrerà una messa al Duomo di Catanzaro e, successivamente, e' in programma una visita a Soverato.


Intervento del presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, in occasione del conferimento della laurea honoris causa a S.E. Rev.ma Card. Tarcisio Bertone:

Eminenza Reverendissima, porgo a Lei e a tutti coloro che sono convenuti per onorare la Sua Persona, il mio personale saluto e quello dell’intera Provincia di Catanzaro. Eminenza, per fare un buon percorso dobbiamo sapere da quale luogo partiamo e dove siamo diretti, per questo motivo punto di partenza e di arrivo devono essere chiari al nostro spirito. Oggi per molti è nebuloso il punto di partenza, e ancora più oscuro quello di arrivo. Uno sguardo alla storia passata dell’Europa ci ricorda come la fede cristiana, con il suo sistema di valori, era il punto di partenza del suo cammino. Un cammino che diventava spesso tortuoso, a volte drammatico, ma la fede tornava ad essere il solo punto di riferimento.

Nel tempo abbiamo assistito alla sostituzione, per motivi diversi, di quel punto di partenza con la sola ratio. Il pensiero si è distaccato gradualmente dall’originario punto di partenza. La nascita del pensiero scientifico, le nuove filosofie, i pensieri di matrice religiosa hanno fatto il resto, producendo i sistemi più disparati che hanno trasformato i valori fondamentali condivisi e hanno restituito una visione dell’uomo che appare come un essere da conquistare e da utilizzare, non più da servire nel segno della verità. Quelle idee hanno dato presto altri e dolorosi frutti, acutizzando il problema dell’uomo e determinando oggi, per quanto mi è dato di vedere, la frammentazione dei sentimenti a difesa della propria particolare visione. E anche i cristiani, che dovrebbero essere la luce sul candelabro della storia, appaiono appannati, quasi spenti. Le loro parole mancano di credibilità, come se nel loro animo fosse venuto meno qualcosa. Non è più Cristo il loro tutto.

Ed ecco che l’Europa, unita sulla carta, non riesce ancora a trovare le ragioni di un legame più profondo. Vi è la libera circolazione delle persone e delle idee, ma sembra che per il nostro “Dio fonte della vita” nella casa europea non ci sia cittadinanza. Il relativismo ad ogni costo, l’economia come religione universale, la stessa idea di politica affermano il senso di un potere libero da qualsiasi vincolo. In questo scenario, le “Res Novae” devono essere una conversione di mentalità e la nascita di una nuova visione dell’uomo. E’ l’homo novus che deve fare le res novae. Auguro a me ed a voi che possiamo intraprendere questo stupendo percorso. Eminenza, grazie per la sua presenza in mezzo a noi. Grazie a tutti.