Ugl telecomunicazioni indice giornata di sciopero
Riceviamo e pubblichiamo una nota della Segreteria Regionale Ugl Telecomunicazioni
"L’UGL Telecomunicazioni Calabria ha indetto per il 26 aprile una giornata di astensione dal lavoro, per denunciare il disagio dai possibili scenari organizzativi posti in essere da Telecom Italia S.p.A. Nello specifico, da alcuni anni l’Azienda, per ripianare i debiti imputabili ad “allegre gestioni” del passato che hanno determinato perdite di quote di mercato e poca credibilità in un settore strategico per il Paese, mette in atto mobilità e ricollocazioni del personale, inoltre da alcuni anni settori commerciali e di servizi informativi sono sottoposti al Contratto di Solidarietà.
Non ultimo, si sta procedendo alla chiusura di numerosi sedi su tutto il territorio nazionale con il solo scopo di ridurre i costi, esternando sempre più ad aziende in outsourcing le attività “sottratte” ai propri dipendenti, in alcuni casi delocalizzando all’estero, senza tener conto della qualità, competenza e privacy dei clienti. Da più tempo si chiede la presentazione di un Piano Industriale necessario alla ripresa e allo sviluppo di un’Azienda leader nel settore, che ha nel primo semestre del 2011 presentato un utile di circa 1.500,00 mln di euro, destinati a distribuire i dividendi tra gli azionisti, invece di indirizzarli su investimenti e nuove tecnologie indispensabili per il rilancio in un mercato continuamente fluttuante.
A questo si aggiunge un altro elemento di forte preoccupazione rappresentato dagli interventi legislativi inerenti la rete, per la quale è prevista la “liberalizzazione”dell’ultimo miglio, attraverso una disaggregazione dei costi di manutenzione da quelli di utilizzo. Su tale tema, si attende la regolamentazione che AGCOM dovrà realizzare entro 120 giorni dall’approvazione delle modifiche che potrebbe impattare significativamente sull’attuale organizzazione aziendale che si potrebbe tradurre in ulteriori esuberi in ambito tecnico. L’UGL Telecomunicazioni non condivide la politica che antepone il mercato finanziario al sociale e chiede di spostare l’attenzione sull’individuo per riaffermare la dignità che gli è propria, per garantire il diritto all’occupazione che rischia di venir meno in un momento di grave crisi economica".