Controlli del CFS di Reggio Calabria, 2 arresti e 4 denunce
Nei giorni in cui si registra uno dei più intensi passaggi di rapaci nello Stretto di Messina degli ultimi anni, il Corpo Forestale dello Stato ha messo a segno diversi significativi risultati operativi, indirizzati a reprimere gli episodi di bracconaggio e l’uso di armi clandestine che ancora si registrano in provincia di Reggio Calabria. Tale azione è stata possibile grazie all’azione sinergica del personale del Reparto “Adorno” del N.O.A. – Nucleo Operativo Antibracconaggio, appositamente inviato in provincia di Reggio Calabria, come ogni anno, dall’Ispettorato Generale del CFS, e dei Reparti territoriali afferenti al Comando Provinciale, con la preziosa collaborazione dei volontari delle associazioni protezionistiche che da sempre svolgono una meritoria azione di monitoraggio e controllo del fenomeno migratorio.
In particolare, in una prima operazione effettuata in località “Petile”, in agro del Comune di Calanna, sono stati sorpresi dal personale del N.O.A. due soggetti che esercitavano l’attività venatoria abusiva nei confronti dei numerosissimi falchi che in quel momento transitavano nella zona. Nell’immediatezza, il personale operante ha ccertato che l’arma usata, un fucile automatico calibro 20, presentava la matricola abrasa e quindi era da considerare di provenienza clandestina.
Preso atto di ciò, ai due, M.F. di anni 64 e P.G. di anni 67, entrambi professionisti residenti a Reggio Calabria, sono stati contestati, in concorso tra loro, i reati di porto di arma clandestina, ricettazione, oltre che violazione della normativa sulla caccia. Per tali motivi sono stati tratti in arresto e posti ai domiciliari per come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria, immediatamente informata dei fatti.
Successivamente, si è proceduto al ritiro amministrativo di tutte le armi legittimamente detenute nei rispettivi domicili delle due persone arrestate.
In una seconda operazione, sempre personale del N.O.A. ha colto in flagranza di reato, in località ”Pellaro-Campicello “ in agro del comune di Reggio Calabria, tre soggetti mentre, con due fucili da caccia risultati questa volta provvisti di matricola e legalmente detenuti, svolgevano attività di bracconaggio. Nella postazione di caccia ed in una casa semi diroccata posta nelle immediate adiacenze, oltre al munizionamento, sono stati rinvenuti 2 falchi pecchiaioli appena abbattuti, specie particolarmente protetta dalla vigente normativa nazionale e comunitaria. I tre, V.A. di anni 62, F.G. di anni 59 e C.G.E. di anni 55, tutti residenti a Reggio Calabria, sono stati denunciati, in stato di libertà, per reati connessi all’esercizio abusivo della caccia in periodo di chiusura generale su specie particolarmente protette. Tutto il materiale repertato veniva posto sotto sequestro penale, a disposizione della competente Autorità giudiziaria.
Analoghe circostanze si sono verificate in una terza operazione portata a termine in località “Embrisi” in agro di Montebello Jonico. In questo caso, il personale del N.O.A. ha individuato due soggetti in evidente attività di bracconaggio che, alla vista degli agenti operanti e noncuranti dell’alt di polizia loro imposto, si sono dati alla fuga. Uno dei due, A.N. di anni 21, è stato immediatamente bloccato dopo un breve inseguimento. Nel corso della fuga ha tentato di disfarsi, senza riuscirci, di un falco pecchiaiolo appena abbattuto. Il secondo è stato identificato più tardi, S.N. di anni 22, che ha ammesso le proprie responsabilità. Anche in questo caso, dopo le contestazioni di rito ed il sequestro penale del fucile legalmente detenuto, nonché del relativo munizionamento e dell’esemplare morto di falco pecchiaiolo, i militari hanno proceduto al deferimento in stato di libertà per violazione della normativa in materia di caccia.