Dare voce al Sud e una speranza all’Italia
"Il crescente disagio sociale, economico, psicologico, spirituale, acuito dall’incalzare della crisi economica-finanziaria internazionale, coinvolge ognuno di noi condizionando il nostro vivere quotidiano ed il nostro futuro. Tutto ciò sta generando un diffuso“comune sentire”, il bisogno di porsi domande, di ascoltare, di confrontarsi, di riflettere e fa pensare che questa crisi possa considerarsi “umanizzante”. - Comunica una nota stampa dell'Ucid - Con alcuni amici della scuola di Dottrina Sociale della Chiesa della diocesi di Lamezia Terme, accettando la sfida lanciata dalla globalizzazione e dalla crisi, e cogliendo l’invito rivolto da Benedetto XVI nella enciclica Caritas in Veritate (2009), di impegnarci in modo creativo a pensare un nuovo modello di sviluppo, abbiamo voluto riflettere su una “emergenza” del territorio lametino e non solo: la crescente disoccupazione giovanile che colpisce soprattutto i giovani del Sud .
Così è nata l’idea-progetto di organizzare una scuola euro mediterranea di Dottrina Sociale della Chiesa, convinti che parlare di Dottrina Sociale della Chiesa vuol dire parlare della “vita” dei problemi reali ed impegnarsi a trovare possibili soluzioni. Senza voler ripercorrere analisi e studi relativi all’annosa questione meridionale abbiamo pensato di soffermarci su ciò che noi consideriamo una fragilità del nostro territorio: la carenza di una “sana” cultura “imprenditoriale”.
Questa la premessa da cui è nata l’iniziativa di organizzare presso la diocesi di Lamezia Terme una scuola di formazione socio-economica per giovani imprenditori o con attitudine imprenditoriale, italiani ed immigrati finalizzata alla creazione e sviluppo di imprese. - Continua - Promuovere una azione volta a creare occupazione per essere sostenibile e credibile deve saper coniugare le potenzialità locali con le politiche di sviluppo nazionali, europee ed internazionali, riconoscendo che la sfida della crescita e dell’occupazione appartiene all’Europa intera e non solo all’Italia, al nostro Sud.
E’ stato così rivolto un invito ad alcune personalità che con la loro esperienza imprenditoriale, nazionale ed internazionale, accettassero di condividere un cammino per offrire un “segno di speranza” per i giovani della Calabria, del Sud Italia.
Il progetto è un progetto aperto e vuole essere anche una occasione per “comunicare” in modo nuovo la criticità, la specificità e soprattutto l’opportunità rappresentata oggi dal Mezzogiorno d’Italia, opportunità fondata sulla convinzione che “Il Mediterraneo rappresenta una vera e propria opzione strategica per il Mezzogiorno e per l’Italia inserita nel cammino europeo e aperta al mondo globalizzato” (punto7. Europa e Mediterraneo. Documento Conferenza Episcopale Italiana “Per un paese solidale. Chiesa Italiana e Mezzogiorno” 10 febbraio 2010)
Riconoscendo una valenza culturale del progetto e la comunicazione parte integrante dello stesso, abbiamo voluto seguire una via nuova per il suo finanziamento: realizzare uno spot, in italiano ed inglese, che diffonderemo con l’aiuto di tutti i sostenitori, via internet in Italia ed all’estero, rivolgendoci anche ai nostri corregionali e connazionali all’estero.
Un programma, forse ambizioso, con una doppia finalità , promuovere “un nuovo dialogo” tra coloro che anche l’Unione Europea riconosce “attori” principali della crescita e dello sviluppo del territorio: università, impresa, regione (ente locale) - a cui vorremmo aggiungere il sistema bancario - collaborazione che valorizzando le diverse competenze possa offrire ai giovani ed al loro “protagonismo” concrete opportunità., e sollecitare un nuovo confronto sulla questione meridionale.
Perché la banca quale attore di sviluppo?
La risposta ci viene dal passato, il nostro rinascimento si è sviluppato territorialmente attraverso tre luoghi: la comunità, il mercato e la banca.
Giuseppe Toniolo, primo economista assunto, recentemente, agli onori degli altari, nella sua vasta opera sull’umanesimo e rinascimento individuava in questi tre luoghi la chiave ”dell’incivilimento” della società ed il motore dello sviluppo. - Conclude la nota - Lo stesso Toniolo, agli inizi del Novecento, ideando l’Università Cattolica di Milano ha voluto legittimare la valenza economico-sociale dello studio e della conoscenza.
La scuola infatti promuoverà la ricerca nei i settori della innovazione, sia tecnologica che sociale, incentiverà produttive collaborazioni tra il mondo universitario, quello imprenditoriale e le istituzioni regionali, sforzandosi di indirizzare i giovani ad elaborare progetti seguendo logiche di mercato e finanziabili con risorse pubbliche anche dell’Unione Europea e private. Il mercato non va demonizzato ma va governato alla luce di principi e valori per renderlo funzionale alla costruzione del “bene comune”."