Usura, la Dia sequestra beni per 1,5 milioni di euro a Giovanni Franzè
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, ha posto sotto sequestro beni per un valore di circa 1,5 milioni di euro riconducibili a Giovanni Franzè, 50 anni, di Stefanaconi (Vibo Valentia) già sorvegliato speciale e noto per il reato di usura aggravata dal metodo mafioso.
La Dia ha eseguito diversi accertamenti che hanno riguardato un arco temporale compreso tra il 1995 e il 2009, documentando una sproporzione tra il patrimonio reale e quanto dichiarato ai fini delle imposte dirette o all'attività economia esercitata. Il provvedimento pertanto, comprende beni mobili, immobili, auto e disponibilità finanziarie, ed è stato adottato dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia su proposta del direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Alfonso D'Alfonso.
H 11:15 | Sono stati sequestrati beni mobili ed immobili, alcune autovetture e disponibilità finanziarie. In ordine allo spessore criminale del Franzè, il Tribunale della Prevenzione ha avuto modo di osservare che nei primi anni 2000 risulta attinto da due ordinanze di custodia cautelare per usura aggravata dal metodo mafioso, ed in particolare, in un caso “…perché nell’anno 2000 in Vibo Valentia, nell’ambito e con i mezzi della associazione mafiosa attiva nel vibonese si faceva dare o promettere da… , in corrispettivo di prestazioni di denaro per complessivi euro 300.000,00, interessi usurai al tasso del 10% mensile.”, mentre in altra circostanza perché “ … nell’anno 2004 in Vibo Valentia, in concorso con altri e nell’ambito e con i mezzi della associazione mafiosa attiva nel vibonese si faceva dare o promettere … , in corrispettivo di prestazioni di denaro erogate in tempi diversi, interessi usurai a tasso variabile dal 10 al 20% mensile.”. Pertanto, appurate anche “ … plurime frequentazioni con soggetti pregiudicati …”, il Tribunale della Prevenzione ha ravvisato la sussistenza “… a carico di Franzè elementi di fatto idonei a far ritenere che il proposto sia soggetto abitualmente dedito a traffici delittuosi e che del provento di tali attività viva abitualmente.”
Al riguardo il Collegio della Prevenzione ha precisato che “… Prendendo in considerazione la spesa familiare media annua rilevata dall’ISTAT ufficio regionale Calabria, ….., si ottiene un prospetto dal quale emerge un dato reddituale/patrimoniale sperequato fra le entrate del nucleo familiare del proposto ed i beni acquistati, … . Pertanto, l’evidenziata sproporzione e la coincidenza temporale con le vicende penali che riguardano il proposto, rappresentano sufficienti indizi per ritenere che gli investimenti realizzati …. possano essere il frutto di illecita accumulazione patrimoniale o ne costituiscano il reimpiego, talché sulla base degli elementi addotti dalla Autorità proponente sussistono, allo stato, le condizioni per il sequestro dei beni come da proposta …“.