Votata a Reggio Emilia la mozione popolare sulla soppressione dei treni
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell'ufficio stampa dell'associazione del Sud promotori della mozione d’iniziativa popolare
"25 voti su 28 votanti e 22 su 23 è, rispettivamente, l’esito di una mozione e relativo ordine del giorno integrativo votato al consiglio comunale di Reggio Emilia Lunedì 14 maggio. La mozione d’iniziativa popolare, relativa alla soppressione dei treni a lunga percorrenza, parte da una mobilitazione di associazioni del Sud ( Ass. Lucana, Scandale in Emilia, Campania, federazione Lucani , Circolo il Crostolo , Calabria & Dintorni e Centro Insieme) nonché di liberi cittadini che si sono adoperati per una massiccia raccolta di firme avendo accettato molto a malincuore la scelta strategica di una politica di tagli posta da Trenitalia.
È Donato Vena ad esporre i contenuti della mozione e la drammatica situazione di disagio in cui numerosi cittadini delle regioni del sud vengono a trovarsi a causa della soppressione dei 5 treni notte in fermata con direzione sud. Riferendosi per lo più alla situazione che interessa le regioni della Campania e della Basilicata con accenno anche alle regioni di Calabria e Sicilia. Ad eccezione del consigliere della lega Giovannini tutti i consiglieri ( Matteo Olivieri dei Grillini, Bassi della Lega, Montanari Pd, Federici Pd, assessore Matteo Sassi e Pierino Nasuti di Sel) si sono espressi positivamente sulla mozione. È poi Antonio Migale in rappresentanza delle associazioni calabresi, a presentare un ordine del giorno integrativo firmato dai consiglieri Pierino Nasuti di Sel e Andrea Capelli del Pd.
Migale, nell’o.d.g. approfondisce i contenuti della mozione e fa emergere le varie discriminazioni imposte da Trenitalia. Discriminazione di natura sociale che impedisce i cittadini del sud di scegliere il mezzo adeguato alle proprie esigenze. Ciò inibisce ogni iniziativa di natura imprenditoriale, lavorativa e d’istruzione. Viene pregiudicato il diritto di uguaglianza in spregio all’art 3 della Costituzione. Di natura economica, le imprese del sud sono fortemente penalizzate. Venendo a mancare il trasporto ferroviario si creano situazioni di semi-monopolio. La scelta è obbligata su trasporto gomma quindi aggravio di costi sulla produzione e distribuzione. Danni notevoli al turismo. L’isolamento totale di tali regioni pregiudica ogni possibilità di promozione turistica. Spreco del danaro pubblico per il rifacimento delle stazioni soppresse.
E dulcis in fundo, essendo il mezzo su gomma l’unico disponibile, manca la possibilità di scelta e di offerta quindi viene meno il principio della libera concorrenza. C’è inoltre una palese violazione di un altro dettato costituzionale l’art. 16 che si traduce in una limitazione della libertà di circolazione nel territorio che riguarda non solo cittadini del sud, precisa più volte Antonio Migale, ma riguarda cittadini dell’intero territorio nazionale che si illude ancora di essere unito. “Crotone - conclude Migale - la città di Pitagora con 10 mila anni di storia viene preclusa a chiunque voglia andarci per trovare amici o parenti o magari per una visita di piacere e, ancora peggio, per questioni di lavoro. Considerato ciò, esplica il documento, impegna il sindaco e la giunta a farsi carico del presente o.d.g. all’interno del tavolo di lavoro di cui alla mozione in discussione, in particolare per ciò che riguarda la specifica situazione della provincia crotonese dove le problematiche sopra descritte sono ancora più drammatiche.
Al sindaco in particolare, in qualità di presidente dell’Anci, nonché sindaco di una numerosissima quantità di cittadini interessati a tale problema, di impegnarsi a favorire l’incontro richiesto dai numerosi sindaci della provincia crotonese (Crotone, Cirò Marina, Melissa, Strongoli, Pallagorio, Umbriatico, Verzino, Carfizzi, Casabona, Cirò, Crucoli, Cutro.) con il presidente di Trenitalia ed il ministro dei trasporti ed insieme lavorare affinché vengano ripristinati i suddetti treni”.