Deteneva esemplari di avifauna protetta, una denuncia
Continua incessante l’attività del Corpo forestale dello Stato, con i Reparti territoriali e con il Nucleo antibracconaggio indirizzata alla prevenzione e repressione del bracconaggio in danno dei rapaci migratori sull’area dello Stretto di Messina. Durante l’ordinaria perlustrazione del territorio provinciale, il personale afferente al Nucleo Operativo Antibracconaggio, con l’ausilio del binocolo in dotazione, ha notato che sul terrazzo di un’abitazione ubicata nel centro cittadino, un soggetto era intendo ad accudire diversi esemplari di avifauna protetta detenuti all’interno di alcune gabbie. Giunta sul posto la pattuglia ha avviato la perquisizione della terrazza e del locale annesso, risultati di proprietà di R.V. di 71 anni, confermando la presenza degli esemplari di avifauna protetta detenuti in anguste gabbie. Da opportuno riconoscimento delle specie, è stata riscontrata la presenza di sette cardellini, di cui sei provvisti di anelli riconducibili ad un allevamento di canarini ubicato nella zona nord della città, e di una capinera priva di anello. Da ulteriori ed opportune verifiche effettuate con l’allevatore in questione, è stato appurato che lo stesso era all’oscuro dell’intera vicenda, negando di aver mai consegnato anelli identificati all’indagato e sostenendo di essere autorizzato solo all’allevamento di canarini. Sull’irregolarità dell’impiego di tali anelli identificativi riscontrati sull’avifauna detenuta da R.V., sono in corso ulteriori indagini ed eventuali ulteriori contestazioni di rilevanza penale verranno tempestivamente comunicate alla competente Autorità Giudiziaria.
Da un’ulteriore ed approfondita perquisizione dei locali di proprietà dell’indagato, è stata rilevata anche la presenza di un esemplare imbalsamato di falco pecchiaiolo detenuto illecitamente che veniva sequestrato. Anche gli esemplari vivi di cardellino e capinera venivano posti sotto sequestro penale e venivano affidati ad un delegato della LIPU, per essere successivamente consegnati al Centro Recupero Animali Selvatici di Messina per le eventuali cure e il reinserimento in natura. R.V. veniva deferito alla competente Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, per violazione della normativa sulla caccia e sulla CITES, in applicazione in Italia della Convenzione di Washington. Relativamente all’arresto dei due professionisti, tali M.F. dia anni 64 e P.G. di anni 67, operato giorni addietro nella località “Petile” del comune di Calanna dal Nucleo Antibracconaggio per porto di arma clandestina, ricettazione, oltre che di violazione della normativa sulla caccia, il giudice adito ha rigettato la richiesta di patteggiamento avanzata dagli indagati, optando, considerata la gravità del reato, per l’esecuzione del rito ordinario.