Uil Crotone, Tomaino: “Una finta concertazione”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Mimmo Tomaino, segretario generale Uil Crotone
"Neanche 15 giorni fa, esattamente il 16 maggio, come CGIL-CISL-UIL ci siamo incontrati con i vertici di Confindustria Crotone. Un incontro che aveva segnalato la volontà di riattivare un lavoro comune finalizzato alla ripresa, al lavoro, ed allo sviluppo. A partire dai “7 punti” condivisi da tutti i soggetti istituzionali, sindacali ed imprenditoriali e che mai avevano trovato, ad un anno e mezzo dalla sottoscrizione, neanche una fase preliminare di dialogo e di confronto. In un comunicato congiunto, fra le altre cose, sostenevamo che “al termine dell’incontro i partecipanti al tavolo hanno concordato di avviare alcune azioni condivise per focalizzare nuovamente l’attenzione sulle priorità identificate, con tempi e risultati precisi”. Avviare, appunto, alcune “azioni condivise”. Nei confronti di chi? Ma naturalmente dei comuni, della provincia e della regione – per provare a rimettere insieme i cocci di un ragionamento: lo sviluppo ed il lavoro, ampiamente sostenuto da tutti e da chiunque, ma sempre collocato nella parte più bassa dell’impegno politico-istituzionale. Era fin troppo evidente che per riprendere un ragionamento sui “7 punti”avremmo dovuto, con la massima urgenza, promuovere un incontro con il sindaco della città che di fatto, a suo tempo, aveva assunto l’impegno di coordinare un’attività tesa ad approfondire punto per punto tutte quelle questioni che il sindacato confederale aveva segnalato come assolutamente prioritarie.
A partire dalla bonifica, che avevamo indicato come il primo risultato da conseguire in tempi rapidissimi, abbattendo tutte quelle titubanti e farraginose manovre che ENI è solita mettere in campo quando si tratta di riparare gli ingenti danni che ha provocato e continua a provocare in questo territorio ma, soprattutto, alle nostre comunità. Consapevoli che tale logica aveva trovato ampie, diffuse e trasversali complicità all’atto dell’emanazione del cosiddetto “decreto salva ENI”, che di fatto tarpava le ali a qualsiasi richiesta di risarcimento danni da parte degli enti locali. Intanto, e senza utilizzare strumentalmente argomenti che meritano grande rispetto e che ingenerano immenso dolore, si susseguono a ritmo vertiginoso i casi di tumore che colpiscono lavoratori delle fabbriche e cittadini comuni, intorno ai quali, fatte salve alcune rarissime eccezioni, si consolida un assordante e complice silenzio. A partire dal diniego di realizzare il tanto sollecitato registro dei tumori. Nel citato incontro fra CGIL-CISL-UIL e Confindustria avevamo condiviso quello che definimmo “un agire comune”. Per essere più incisivi, per rimuovere la stagnazione, per restituire un briciolo di speranza ad un territorio devastato da una crisi senza fine. Ed, invece, leggiamo che i vertici di Confindustria si incontrano con le istituzioni per, come al solito, concordare il nulla. Per carità, ognuno ha il diritto di determinarsi con chi crede e come meglio crede, sarebbe, però, il caso di evitare di coinvolgere il sindacato in una finta concertazione Mentre sarebbe opportuno che i ruoli si distinguessero, che ognuno svolgesse la propria parte e che, finalmente, si determinasse una netta configurazione delle responsabilità".