Morte operaio sulla A3: la Cisl chiede più controlli
"La notizia della tragica scomparsa nei giorni scorsi di un altro innocente intento a guadagnarsi da vivere per se e la propria famiglia ci ha riempito di profonda tristezza e commozione. Ai familiari ed ai congiunti esprimiamo il cordoglio di tutta la Cisl. La drammatica circostanza, l’ennesima di una serie infinita che non risparmia nessuno, da Trieste a Mazara del Vallo, impone profonde riflessioni e soprattutto comportamenti conseguenziali. Basta “caduti sul lavoro”. Non se ne può più". E' quanto scrive in una nota la Cisl regionale in merito alla morte dell'operaio sulla A3.
"Com’è possibile - scrive ancora la Cisl - che nell’era tecnologicamente più avanzata si continui a morire (poco meno di un migliaio all’anno) o nella “migliore” delle ipotesi si rimanga vittime di infortuni che riducono la capacità lavorativa? La legislazione vigente, costantemente aggiornata, è considerata dagli addetti ai lavori tra le più avanzate, ciononostante gli ambienti di lavoro continuano ad essere in tanti, troppi casi, scenari di morte (se anche fosse uno soltanto sarebbe comunque intollerabile).
Qualcosa, è di tutta evidenza, non torna. La gioia per aver trovato un posto di lavoro non può e non deve tramutarsi in dolore. La vita non ha prezzo. Nessun risarcimento, neanche quello più cospicuo, potrà mai restituirci i tanti amici e fratelli che hanno perso la vita a causa del lavoro, né potrà mai colmare il lacerante dolore dei familiari.
Alle istituzioni ed a tutti gli addetti lavori - conclude la Cisl - chiediamo controlli serrati sui luoghi di lavoro".