Lettera aperta al Prefetto di Cosenza: Equitalia e riscossione forzata
Raffaele Papa, coordinatore provinciale MpA Cs, scrive una lettera al Prefetto di Cosenza su Equitalia.
"Egregio Signor Prefetto,
Equitalia, per legge, deve procedere al recupero delle somme dovute dai cittadini alle varie amministrazioni pubbliche; il personale addetto non ha alcuna responsabilità al riguardo ma semplicemente e doverosamente svolge il proprio ruolo e compito per il quale viene pagato.
Senza entrare nel merito delle diverse questioni e problematiche oggetto di esecuzione, poniamo in evidenza le notevoli difficoltà cui vanno incontro i contribuenti tutti ed in particolare le piccole attività imprenditoriali, a causa di una crisi economico-finanziaria che sta determinando un impoverimento generale e diffuso.
Oggi tanti padri di famiglia, operai, impiegati ed imprenditori, non sono nelle condizioni di garantire il sostentamento del proprio nucleo e sono di fatto impediti a provvedere a qualsiasi tipo di pagamento pur non negando il dovuto.
Innanzi a ciò, la pubblica amministrazione e quindi lo Stato, costringe l’Ente di riscossione Equitalia ed il suo personale ad attuare procedure forzate quali pignoramenti immobiliari e vendite all’asta anche dell’unica casa, fermi amministrativi di automezzi utilizzati per svolgere quel poco di lavoro disponibile, pignoramenti di beni mobili quali televisione, frigoriferi e arredamenti vari.
Il tutto avviene senza cercare di comprendere il disagio ma soprattutto le cause che hanno determinato l’insolvenza, se per necessità o colpevole evasione non distinguendo tra debitore ed evasore.
Tale modus operandi, a volte rigido ed inflessibile, viene percepito dal cittadino contribuente come atto di sopruso ed arroganza e non potendo inveire contro l’invisibile Stato vero mandante, reagisce in modo ingiustificato nei confronti di persone che semplicemente svolgono il proprio dovere.
Sono molti coloro che per dignità, discrezione, “vergogna” si lasciano privare nel silenzio di ogni bene, altri cercano di reagire con gli scarsi ed inapplicati strumenti legali di tutela, ma i più, i deboli, soccombono senza pietà nei confronti di uno Stato che non conosce ragioni, avvolto in un eccesso di burocrazia che produce vessazioni sfioranti la persecuzione.
Negli ultimi tempi si ripetono, anche nella nostra provincia, minacce e contestazioni verso gli uffici addetti e solo qualche giorno fa si è verificata la grave aggressione di un ufficiale della riscossione nello svolgimento del servizio.
Secondo un comune sentire, è come se la struttura amministrativa statale stesse conducendo una lotta per la sopravvivenza il cui nemico è il cittadino e quindi il “mors tua vita mea” alberga nell’animo del contribuente; questo è pericoloso e deve assolutamente essere superato e vinto con formali atti di apertura ed accoglienza delle necessità collettive.
In considerazione di quanto rappresentato e data la rilevanza del fenomeno sull’intera provincia, si chiede alla S.V.I. un autorevole intervento presso il Governo Nazionale affinché provveda con estrema sollecitudine ad invertire una rotta di pressione ed inasprimento fiscale estremamente invasiva, con modifiche di norme e regole che oltre a soffocare ogni iniziativa spesso determinano l’annientamento del contribuente.
Lo Stato può e deve allentare una tensione che rischia di raggiungere livelli elevati, a tutela dei suoi lavoratori e dei cittadini tutti. Siamo certi che il Suo interessamento sarà immediato e non mancherà di portare benefici all’intera collettività così da scongiurare quel pensiero pernicioso di “non Stato”che affiora purtroppo di questi tempi."