‘Ndrangheta: bombe procura Reggio, slitta la sentenza

Reggio Calabria Cronaca

Dovrebbe arrivare dopo l'estate, e non oggi come era previsto, la sentenza a carico del boss pentito Antonino Lo Giudice, una delle quattro persone accusate nel procedimento penale scaturito dagli attentati di due anni fa contro i magistrati in servizio alla Procura di Reggio Calabria. Il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, - scrive l’Agi - ha dovuto infatti rinviare al 5 ottobre prossimo la prosecuzione del giudizio abbreviato chiesto dall'imputato a causa dell'assenza del difensore di Lo Giudice, l'avvocato Fernando Catanzaro, che oggi avrebbe dovuto tenere la propria arringa.

Ha concluso la propria requisitoria l'11 giugno, invece, il pubblico ministero, Salvatore Curcio, che ha chiesto al gup di condannare l'imputato a sei anni di reclusione e 1.000 euro di multa. La pena chiesta è scontata per la scelta del rito abbreviato nonché per l'applicazione della disciplina relativa ai collaboratori di giustizia. Riprenderà il 22 ottobre, invece, il giudizio immediato che si sta tenendo davanti al tribunale collegiale di Catanzaro a carico degli altri tre imputati nel medesimo procedimento: il boss Luciano Lo Giudice, fratello di Antonino; Antonio Cortese, ritenuto l'armiere della cosca Lo Giudice nonché uno degli esecutori dell'attentato alla sede degli uffici della Procura generale di Reggio, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese.

Nel corso delle indagini gli imputati sono stati raggiunti, il 15 aprile dello scorso anno, da un'ordinanza di custodia in carcere come presunti responsabili degli attentati compiuti contro la Procura generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale, Salvatore Di Landro, nonché delle intimidazioni di cui è stato vittima l'ex procuratore della Repubblica in servizio nella Città dello Stretto, Giuseppe Pignatone, ora a capo della Procura di Roma. L'inchiesta ebbe un input determinante proprio da Antonino Lo Giudice,che decise di collaborare con gli inquirenti assumendosi la responsabilità di aver deciso di dare il via alla stagione delle intimidazioni a Reggio, facendo i nomi dei complici esecutori.