Storace su azienda cosentina: cravatta di Stato
"Da mesi leggiamo di fantomatici provvedimenti del governo dei tecnici per uscire dalla crisi. Sono stati chiamati per questo, ci dicevano. - Comunica una nota stampa - Riforme concrete per rilanciare l’economia, rispondere alle esigenze delle piccole e medie industrie che sono il tessuto economico della nazione, risollevare i consumi. Niente di tutto ciò è avvenuto, anzi, è aumentata la pressione fiscale su cittadini e imprenditori, si segue la rigida linea del rigore e non c’è sviluppo.
Ma a questo si aggiunge il problema della riscossione dei crediti. E allora capita quello che è accaduto alla titolare di un’azienda a conduzione familiare in Calabria, nel profondo sud, in quel meridione che diventa centrale nelle intenzioni di tutte le manovre economiche, e puntualmente viene poi dimenticato. La signora Patrizia Bonofiglio, amministratore della Service Srl, ha vinto “per sventura”, come tiene a sottolineare in una lettera-denuncia che ha voluto scrivermi, la gara per i lavori di adeguamento e rifacimento degli impianti di climatizzazione del Palazzo di Giustizia di Catanzaro. Lavori eseguiti regolarmente con emissione nel 2011 da parte del Ministero di due tranche di pagamento di 177mila euro e di 321mila euro. Accade, però, che i fondi destinati alla realizzazione dell’opera fossero decaduti per non essere stati mai utilizzati nei due anni dallo stanziamento. Per recuperare il dovuto, il Ministero della Giustizia avrebbe dovuto attivare la procedura di re-iscrizione. Nonostante numerosi solleciti, a oltre un anno di distanza dall’emissione di quei certificati, l’azienda non riesce ancora a rientrare di ciò che le spetta per i lavori svolti. Quel decreto di reintegro dei fondi non trova la firma.
E qui arriva la beffa. - Continua la nota - Il foglio è sul tavolo del premier Monti, in qualità di ministro dell’Economia che, troppo preso a soddisfare le politiche della Merkel e delle banche, dimentica i suoi connazionali. A questo punto la signora Bonofiglio scrive al presidente della Repubblica, e casualmente dalla Ragioneria generale dello Stato arriva un secondo decreto che sostituisce il primo (ritirato) ma con data più recente. E ora si dovrà attendere altro tempo, quando Monti si ricorderà di apporre la sua firma per sbloccare il pagamento. E’ una storia, purtroppo, come molte altre. Imprese che non riescono a riscuotere i crediti vantati da quello che dovrebbe costituire una garanzia, lo Stato. Alla luce di queste difficoltà, la Service Srl ha già dovuto licenziare dei dipendenti, riesce a stento a stipendiare quelli rimasti, e rischia di chiudere perché non riesce a ripagare le banche che le hanno erogato prestiti e chiedono ora di rientrare. - Conclude la nota - E’ un cappio al collo, stretto dallo Stato. Una cravatta che spesso, purtroppo, costringe a ricorrere all’usura, quando non finisce in tragedia. L’amara conclusione per l’azienda della signora Bonofiglio, intanto, è che la ditta ha dovuto riprendere i lavori interrotti presso il Tribunale, perché diffidata dal direttore dei lavori a consegnare gli impianti nei tempi stabiliti da contratto. Forti con i deboli, verrebbe da dire. Aspettando che Monti trovi il tempo di una firma tra un vertice, un G20 e una cena.
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