Saracena. Olio, protocollo a tre per made in Calabria

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Gagliardi e Trematerra

Olio, promuovere la concertazione tra i piccoli produttori e gli enti sovracomunali; migliorare le condizioni di produzione; pensare ad azioni finalizzate ad una migliore commercializzazione dell’olio extravergine d’oliva Made in Calabria. Un protocollo a tre, tra Regione, Unioncamere e l’Associazione nazionale città dell’olio. Ecco cosa serve. A Saracena progetto pilota per riutilizzo acque reflue.

È quanto emerso dall’incontro tenutosi ieri (martedì 11), a Catanzaro, presso la sede della Regione Calabria, tra l’assessore all’Agricoltura On. Michele Trematerra, il sindaco Mario Albino Gagliardi, nella sua veste di Coordinatore regionale dell'associazione "Città dell'Olio", il presidente del prestigioso sodalizio Enrico Lupi ed il direttore e coordinatore dell’evento Girolio Antonio Balenzano.

I firmatari del protocollo d’intesa – riferisce il Primo cittadino Gagliardi, soddisfatto per l’incontro tenutosi nella sede di via Enrico Molè - dovranno guardare al modello e all’esperienza maturata già nelle regioni Umbria, Toscana e Liguria.

Aggredire i mercati, promuovendo le produzioni delle piccole aziende calabresi e consentendo che queste, siano messe nelle condizioni di migliorare la qualità delle proprie etichette, è l’obiettivo che, attraverso la firma di un protocollo d’intesa, si cercherà di raggiungere insieme ai produttori e trasformatori della filiera olivicola calabrese, l’Unioncamere, l’associazione Città Dell’olio e la Regione Calabria che ha dimostrato, attraverso l’assessore Trematerra, attenzione, interesse e sensibilità per il progetto.

Nel corso dell’incontro, che fa seguito a quello tenutosi in occasione della presentazione ufficiale della Elaioteca regionale, nei mesi scorsi, si è parlato anche della tecnologia per la depurazione dell’acqua di vegetazione, scarto della trasformazione delle olive che si basa su osmosi inversa e microfiltrazione, che Saracena adotterà insieme al consorzio e alla rete dei frantoiani. Esperimenti in questa direzione, finalizzati a consentire il riuso di acque altrimenti inutilizzabili, sono stati già avviati in altre realtà italiane. Saracena sarebbe la terza.