Apindunstria Calabria, lavoro a Reggio

Reggio Calabria Attualità

L’ApindustriaCalabria, Associazione delle Piccole e Medie Imprese reggine, interviene sul tema del lavoro nella provincia di Reggio Calabria.

Leggiamo sulla stampa, afferma ApindustriaCalabria, le dichiarazioni dell’On.le Nino Foti in merito al finanziamento di 700 milioni di euro per lavori di RFI in Calabria, che la Commissione Trasporti, di cui è componente, ha appena licenziato. Di questi, una buona parte interessa direttamente Reggio Calabria. 200 milioni, infatti, sono stati stanziati per l’interramento della stazione Centrale e ulteriori 230 per l’ammodernamento della linea Battipaglia-Reggio. Detti fondi, fa sapere l’On.le Foti, sono immediatamente disponibili.

In un periodo di grave crisi, in cui tutte le aziende boccheggiano sia per mancanza di lavori sia, soprattutto, per mancanza di liquidità e di circolazione del denaro, un’opportunità del genere rappresenta di certo una’importante boccata di ossigeno per l’imprenditoria e i lavoratori del territorio. Gli Enti di competenza, pertanto, devono inderogabilmente smuoversi dalla usuale apatia, senza indugi e cavilli, e mettere in campo ogni risorsa al fine di rendere spendibili questi finanziamenti. L’interramento della stazione Centrale, oltretutto, aumenterebbe il lustro del Lungomare, incrementando l’immagine di Reggio città turistica, mentre l’ammodernamento della linea ferrata darebbe impulso ai collegamenti per la città, riducendo il profondo gap che attualmente attanaglia il territorio. Oggi che riceviamo una confortante notizia di una buona opportunità di lavoro, in controtendenza rispetto quanto viene attualmente riservato alla Calabria, sostiene ApindustriaCalabria, approfittiamone con immediatezza senza mezzi termini e demagogia.

In questi giorni, continua ApindustriaCalabria, si sta parlando anche della centrale a carbone di Saline e si assiste a scontri e dichiarazioni sui pro e contro. Non sembra, però, che vi siano degli studi approfonditi sull’impatto ambientale che la centrale produrrebbe, e non si è assistito a seri pubblici dibattiti che abbiano portato a dirimere i dubbi legittimamente sorti a riguardo.

Un dato, però, è certo : dopo quarant’anni di degrado, di devastazione di un florido territorio, di spreco di risorse, di arricchimenti personali, è ora che qualcuno si dia una mossa e provveda a cancellare una vergogna italiana quale è stato, e continua ad essere, il tema della Liquichimica. ApindustiaCalabria non ha certezze in merito all’inquinamento che la centrale a carbone qualcuno sostiene possa determinare. E’ certa, però, che il territorio reggino ha assoluta necessità di lavoro e lavori. Oltre alla altrettanto assoluta necessità di rendere finalmente visibile e vivibile quell’immensa area degradata su cui andrebbe ad essere edificata la centrale. Si conducano, dunque, e si rendano pubblici e condivisibili, seri e concreti studi di impatto ambientale, e si dia una volta per tutte soluzione ad un dramma che ci portiamo sulla schiena da quattro decenni, abbattendo e ristrutturando quell’obbrobrio che è stato, e continua imperterrito ad essere, la Liquichimica di Saline. Purché, ovviamente, non si vada a discapito della popolazione già provata dagli scempi, impuniti, delle ecomafie.

In entrambi i casi, lavori RFI e centrale a carbone, conclude ApindustriaCalabria, si deve evitare quanto accaduto sia per quanto riguarda i grandi lavori, A3 e SS.106, solo per citare i più recenti, in cui il territorio è stato considerato come una mera colonia da spremere e sfruttare, con irregolarità diffuse e dominio incontrastato delle grandi imprese e della malavita organizzata, sia quanto accade spesso per le opere pubbliche in genere, quando siamo costretti ad assistere impotenti al dissesto ambientale, all’abbandono dei lavori e delle stesse strutture anche quasi ultimate, al mancato ripristino delle strade, ai collaudi farsa, ect.

ApindustriaCalabria avverte e si dichiara pronta, pertanto, a vigilare, anche con proprie strutture, affinché i lavori vengano eseguiti, vengano eseguiti per bene, da aziende pulite, nel rispetto della libera concorrenza e della legalità, e soddisfacendo a tutti i requisiti di legge, correntezza nei pagamenti e regolarità retributiva e contributiva comprese.


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