Paolo Borsellino. Marziale: “non si neghi ai giovani il diritto alla loro storia”
"La storia è il mezzo più efficace per educare le masse in età evolutiva. I giovani hanno il diritto di conoscere chi sono, da dove vengono e in che razza di paese vivono. Negare loro questo diritto significa precluderne il percorso di formazione identitaria civile e sociale": è quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, a proposito della distruzione dei nastri concernenti la registrazione di due telefonate intercorse tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e l'ex ministro di Grazia e Giustizia Nicola Mancino, rientranti nell'ambito dell'inchiesta per la morte del giudice Paolo Borsellino. Marziale si dice: "Indignato per l'ennesima riprova del fatto che il rispetto delle prerogative dei potenti continua a prendere il sopravvento sul diritto alla giustizia, che nelle aule viene proclamata nel nome del popolo italiano e non già delle immunità parlamentari o di Stato che siano. Non certo un esempio costruttivo per gli adolescenti, che dalla cronaca quotidiana traggono elementi per educarsi al rispetto delle regole".
ll presidente dell'Osservatorio si dice: "Vicino alla famiglia del giudice Borsellino, il cui sacrificio è destinato a rimanere impresso nel cuore e nella mente della gente, al contrario della quantità di norme e fiumi d'inchiostro, attestanti dottrine giurisprudenziali sempre più elastiche ed evanescenti, utili soltanto ad inoculare nelle generazioni in divenire i fondamenti di una giustizia che non c'è".