Chiuso davanti alla stele dedicata alle vittime della mafia, il primo campo Libera Locride
Con un applauso che sembrava non dovesse finire mai, ieri il primo campo organizzato da Libera quest’estate nella Locride, dedicato a Gianluca, si è chiuso intorno alla stele che la Città di Siderno ha inaugurato due anni dopo il suo assassinio. “Per onorare tutte le vittime innocenti della mafia nel luogo dove venne barbaramente spento il sorriso di Gianluca Congiusta” si legge. L’abbiamo letto insieme, ancora.
Ci siamo stretti intorno alla stele e abbiamo raccontato ciò che ciascuno di noi continuerà ad avere dentro come bagaglio dell’esperienza di questo campo di lavoro. Sono state giornate intense, come sempre succede in ogni campo organizzato da Libera. I responsabili del campo di Libera Locride, hanno saputo coniugare al meglio le giornate di lavoro nel terreno confiscato alla ’ndrangheta ed i momenti di riflessione e condivisione. Il primo campo lavoro dell’estate 2012, ha animato il don Milani di Marina di Gioiosa Ionica con la memoria di tutte le vittime innocenti di mafia.
I sedici volontari giunti da tutta Italia hanno storie molto differenti, ma sono uniti dalla medesima voglia di comprendere. E di cercare, insieme, la strada per combattere ogni tipo di mafia. Tra di loro, quest’anno, c’erano anche due ragazzi calabresi (uno di Cosenza, l’altro di Catanzaro) e una ragazza siciliana (di Brolo, provincia di Messina), segno che la voglia di dire basta sta diventando sempre più impellente anche per chi vive nel nostro territorio. Il referente di Libera Rigitano dichiara: Se dovessi raccontare tutto quello che è successo, se dovessi cercare di riassumere l’intensità di ogni momento del campo appena chiuso, mi occorrerebbero spazi molto più ampi di quanto è possibile contenere in poche parole. Vorrei che sempre più giovani partecipassero ai campi di Libera per poter fare propri i momenti emozionanti regalatimi da Floriano, Sergio, Domenico e Domenico, Leonardo, Giovanna e Giovanna, Giulia e Giulia, Marina, Francesca, Patrizia, Irene, Elisa, Chiara e Rosa: solo vivendo quest’esperienza si può capire quanto sia importante. Tra i tanti appuntamenti importanti del campo ricordo la serata in cui i giornalisti Danilo Chirico e Alessio Magro sono venuti a presentare il loro lavoro all’interno di daSud, in particolare il libro a fumetti edito da Round Robin, e quella in cui Alessandro Russo e Paola Bottero, partendo dalla novità editoriale “senza targa”, hanno condiviso la propria esperienza di giornalisti e scrittori, permettendo all’associazione “Gianluca Congiusta Onlus” di regalare ai ragazzi alcune decine di copie di “ius sanguinis”, il romanzo del 2009 con cui Paola ha raccontato, tra le altre storie, quella di Gianluca, “bianco come la vaniglia”, il romanzo del 2011 che Paola ha dedicato a Francesco Inzitari, e “senza targa”, il libro appena uscito, scritto a quattro mani da Alessandro e Paola, presentato all’inizio di questa settimana a Reggio Calabria, davanti all’ottima platea di Tabularasa, in cui hanno scelto di inserire il papà di Gianluca tra i 12 apostoli di buonavita. Quei libri, offerti dalle case editrici sabbiarossa ED e da Città del Sole, ora stanno raggiungendo, nelle borse dei volontari del campo, i luoghi più diversi della nostra penisola. Per continuare a testimoniare la memoria e la voglia di cambiare le cose.
Nel ricordare tutte le vittime innocenti, il papà di Gianluca ha voluto dedicare un suo particolare pensiero al medico Fotunato La Rosa, che venne ucciso nel 2005 mentre da Canolo rientrava a Locri ed il cui assassinio ancora oggi rimane impunito.