Caligiuri ha partecipato a Brancaleone al convegno su Cesare Pavese
L'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, intervenendo al convegno sul tema “500 passi verso il bar Roma. Una giornata con Cesare Pavese a Brancaleone” ha dichiarato: “rinnovare il legame tra Cesare Pavese e la Calabria con una grande operazione culturale”.
Alla manifestazione, che si è svolta nella biblioteca della cittadina reggina intitolata proprio allo scrittore delle Langhe, che tra il 1935 e 1936 venne mandato al confino a Brancaleone, è intervento il consigliere regionale Giovanni Nucera, promotore dell’iniziativa. Ha introdotto i lavori il Sindaco di Brancaleone Francesco Moio.
Il titolo del convegno, che evoca i passi che ogni giorno Pavese faceva per raggiungere il bar Roma dalla sua abitazione, è stato suggerito da Manuela Vartolo, autrice del libro “Cesare nudo”, la quale ha spiegato che si tratta di un’interpretazione dello scrittore piemontese attraverso gli occhi delle donne.
Ha partecipato all’evento anche Giovanni Carteri che ha scritto, per i tipi della Rubbettino, “Al confino del mito. Cesare Pavese e la Calabria”, collocando l'esperienza dello scrittore nella temperie degli anni Trenta.
“il soggiorno obbligato a Brancaleone – ha affermato ancora Caligiuri nel suo intervento - fu molto significativo nella vita e nell'opera dello scrittore, poiché in Calabria pensa o scrive il diario, poesie, romanzi, racconti. La dimensione locale lo coinvolge, tanto che dice "il paese vuol dire non essere soli". Ed è proprio nei momenti di incertezza e di difficoltà che occorre reagire, magari ripartendo dai paesi, dal mito, dall'identità dei luoghi che, affondando nelle radici, consentono di non farsi schiacciare dal presente, preparando consapevolmente il futuro. Appunto per questo – ha detto infine l’assessore regionale - occorre presto realizzare la rivoluzione culturale di cui parla il Presidente Scopelliti”.
Al termine del convegno, l'assessore Caligiuri insieme al sindaco Moio e ad altri partecipanti al convegno, ha preso un caffé al bar Roma" dove, fino a poco tempo fa, c'era ancora il tavolino dove Pavese consumava la colazione.