Pascolo abusivo in area protetta, squestrati 21 bovini a Vibo Valentia
Il Corpo Forestale dello Stato di Vibo Valentia ha sequestrato 21 animali bovini introdotti abusivamente all'interno dell'area di salvaguardia del bacino dell'Alaco. Gli uomini appartenenti ai Comandi Stazione di Serra San Bruno (VV), Vallelonga (VV), Mongiana (VV), Santa Caterina (CZ) e Davoli (CZ) hanno accertato la presenza di 21 animali bovini che erano stati introdotti abusivamente all'interno dell'area recintata dell'invaso, con l'intento di lasciarli nutrire liberamente su pascoli rigogliosi e ricchi d'acqua.
Gli animali, secondo quanto reso noto dal Corpo Forestale, si trovavano nella fascia di rispetto, ovvero a pochi metri dalle rive del lago, dove la presenza di escrementi sul suolo potrebbe provocare un deterioramento ulteriore della qualità dell'acqua dell'invaso andando a procurare, quindi, ulteriori problematiche ad una già critica situazione. Per immettere i bovini era stata tranciata in un punto la rete metallica posta a protezione dello stesso bacino. Diversi animali erano forniti di marche auricolari che hanno permesso, grazie ai controlli nella banca dati dell'anagrafe bovina, l'individuazione del proprietario, risultato essere P.P., 45enne di Guardavalle (CZ), il quale è stato denunciato per i reati di violazione di sigilli, danneggiamento, introduzione in fondo altrui e pascolo abusivo, nonché per violazione alla normativa sulle aree protette, considerato che la zona interessata è ricompresa all'interno del Parco Naturale Regionale delle Serre e per di più in zona SIC (Sito d'Interesse Comunitario).
I bovini sono stati affidati in custodia allo stesso proprietario. Da tempo nel mirino degli inquirenti per il sequestro dell'impianto acquedottistico, l'invaso dell'Alaco, in località Piano Lacina di Brognaturo (VV), di proprietà della Regione Calabria e gestito dalla società So.Ri.Cal., continua, dunque, a far parlare di se. Oltre al bacino artificiale, che approvvigiona molti comuni sia del vibonese, capoluogo compreso, sia del catanzarese, sono tuttora posti sotto sequestro, per carenze igienico-strutturali, l'impianto di potabilizzazione nonché 59 apparati idrici ad esso collegati, tra pozzi, serbatoi, sorgenti e partitori. Motivazioni, queste, che hanno determinato 26 avvisi di garanzia a carico di persone che, a vario titolo, avrebbero consentito la distribuzione d' acqua non potabile per uso umano.