Sanità. Fortugno: ospedale di Locri non deve chiudere
"La riorganizzazione dell'ospedale di Locri non può avvenire solo attraverso un intervento di carattere ragionieristico. Anche se il Piano di rientro dal debito sanitario impone una riduzione dei posti letto, non si possono gravare i cittadini della Jonica di sacrifici così pesanti da mettere in discussione lo stesso esercizio del diritto alla salute, costituzionalmente garantito".
Lo afferma la deputata del Partito democratico, Maria Grazia Laganà Fortugno, in relazione ai contenuti del decreto commissariale 111 dello scorso 11 luglio, che riguarda il nosocomio locrese.
"Rileviamo - continua - che, dopo la chiusura dell'ospedale di Siderno e di numerosi reparti a Locri, con pesanti ripercussioni nei confronti dell'ampio bacino d'utenza di questo territorio, si continua a procedere con tagli indiscriminati che non possono più essere accettati. Se l'obiettivo è la razionalizzazione, allora bisogna tener conto della specifica domanda di sanità che proviene dai cittadini".
Ad avviso della parlamentare, "è emblematica la vicenda di Geriatria, dove il numero dei posti letto viene drasticamente ridotto senza comprendere quanto sia importante questa branca specialistica in un tessuto sociale che sta oggettivamente continuando a invecchiare. In questo senso, la giustificazione che le patologie croniche possano essere curate in Medicina non regge: anzi, proprio l'aumento delle speranze di vita della popolazione dovrebbe indurre ad avere maggiore cura dei pazienti oltre i 65 anni". Inoltre, "non si può pensare di svuotare, di fatto, il principale presidio sanitario di zona (un ospedale 'spoke') dei reparti di Allergologia, Neonatologia, Nefrologia e Dialisi, Ortopedia, Oculistica e Otorinolaringoiatria. I cittadini della Locride saranno dunque costretti a sobbarcarsi, nella migliore delle ipotesi, spostamenti di centinaia di chilometri per essere curati. Si parla tanto di emigrazione sanitaria, ma sarebbe assurdo non considerare tale anche quella che avviene all'interno dei confini della stessa regione, dal momento che spesso occorre mezza giornata di viaggio per raggiungere una struttura specialistica". Di fronte a questa situazione, Laganà Fortugno chiede con forza che "entro il prossimo mese di settembre, questi decreti vengano emendati e corretti nelle parti in cui non rispondono alle effettive esigenze dei territori, anzi rischiano di arrecare un danno pesantissimo e forse definitivo alla sanità della Locride. Se non dovessero arrivare le risposte che attendiamo, sarà messa in campo, da parte dei cittadini, una grande mobilitazione popolare, democratica e civile, affinché non venga ulteriormente penalizzata una struttura ospedaliera per la quale, nel passato, alcune personalità si sono generosamente spese".