Cinema: prima giornata al Pentedattilo film festival
Pentedattilo “emblema del cambiamento” come amava definirlo il regista Vittorio De Seta, da questa mattina ospita la settima edizione del Pentedattilo Film Festival. Tra i vicoli, le casette, i ruderi, suoni, voci, rumori che riportano il borgo dell’area grecanica all’antico splendore quando Pentedattilo era ancora vita, quotidianità. Mostre, installazioni, locandine trasformano il borgo in un grande set naturale, quello di un festival sempre più internazionale che valorizza cineasti di tutto il mondo e lancia nuove sfide nel cinema breve.
“Il Festival quest’anno assume una valenza ancora più prestigiosa - dice il direttore artistico Emanuele Milasi - è dedicato al regista De Seta. E’ stato proprio lui, in un momento in cui ci chiedevamo se proseguire o meno questa avventura a spingerci a continuare a crederci, a puntare su Pentedattilo e i suoi set naturali che si arricchiscono sempre di più”.
La prima giornata del Festival promosso e realizzato dall’Associazione Pro-Pentedattilo onlus, dalla società cinematografica Ram Film, dall’agenzia Borghi Solidali con il patrocinio di Regione Calabria - Assessorato alla Cultura, Provincia di Reggio Calabria - Assessorato alla Cultura, Comune di Melito Porto Salvo, si apre con il workshop di sceneggiatura e regia di Guido Chiesa e Wilma Labate, due seminari che si incrociano, si coordinano insieme, si muovono verso un unico obiettivo: l’ideazione e la progettazione di un breve film su Pentedattilo. Scrittura, elaborazione, analisi di regia nonché, lo studio del lavoro con gli attori in un incontro dal taglio pratico, concreto che parte dalla materia viva per affrontare problemi teorici. “La prima cosa da cui tutto parte - dice Guido Chiesa - per la realizzazione di un film è un’idea che può essere semplice o complessa ma comunque unitaria. Per questo il lavoro cinematografico prevede frammentazione e ricomposizione”.
Tra i 150 corti delle 4 sezioni che fino a notte fonda saranno proiettati: African Race di Julien Paolini che racconta la vita del giovane Elias e della sua moto realizzata con pezzi trovati nelle discariche; Chit Chat di Piet Sonck animato da due sorelle in metropolitana e un attacco di panico;
In Corto Donna ritroviamo la fobia per il buio di Nina di The dark outside di Darin Sallam; in Sokoon di Ammar Al Kooheji la storia di Heya, ragazza di colore incinta sola con il suo segreto. Come special screening, invece, Io sono con te di Guido Chiesa che propone la storia di Maria di Nazareth in chiave pedagogica e del tutto innovativa dove Giuseppe, il patriarca si fa da parte rinunciando al primato maschile.