Crisi economica: quale futuro per le persone con disabilità?
Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma di Vincenzo Gallo, padre di un ragazzo con grave disabilità.
“Le politiche di austerità in periodi di crisi economica sono state contestate anche da molti prestigiosi economisti, visto che alimentano la recessione con grave pericolo per l’ intero sistema economico. Stanno mettendo però a grave rischio anche le persone più fragili e indifese e persino il diritto alla vita di quelle con gravi disabilità. Nel 2010 il Governo Berlusconi ha tentato la soppressione anche delle indennità di accompagnamento di cui godono le persone con gravi disabilità dal 1980. Si tratta di una provvidenza in favore degli invalidi civili totalmente inabili a causa di minorazioni fisiche o psichiche, non in grado di deambulare autonomamente o di svolgere autonomamente gli atti quotidiani della vita. Nel 2012 l’importo è stato pari a 492 euro per 12 mensilità, una somma che non consente certo di assistere una persona 24 ore su 24.
Nel luglio 2010 il governo ha rinunciato ai suoi propositi, solo dopo una grande manifestazione a Roma delle principali organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità, Fish e Fand. Nell’estate 2011 il Governo Berlusconi ha approvato manovre per 140 miliardi che hanno previsto 40 miliardi di tagli derivanti dalla riforma fiscale e assistenziale, di cui 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. Il governo Monti ha rinunciato finora ai tagli previsti nel 2012, ma non si sa cosa accadrà con l’imminente riforma del l’ISEE (l' indicatore della situazione economica familiare). Nell’ articolo di Repubblica del 21 maggio 2012, a firma di Alessandro De Nicola, si è sostenuto che il Governo intenderebbe razionalizzare la spesa socio assistenziale. Una bozza del decreto ministeriale, secondo l’articolo di Repubblica, prevedrebbe di rivedere la base di calcolo dell' ISEE, composto da redditi, rendite e proprietà e che oggi serve per attribuire il diritto alla prestazione gratuita di una serie di servizi pubblici. Secondo De Nicola la parte più controversa della proposta sarebbe quella di assicurare la gratuità di alcune prestazioni attualmente garantite a tutti (come gli assegni di accompagnamento agli invalidi), solo a chi ha un reddito inferiore a 15.000 euro, introducendo decurtazioni progressive (o contributi crescenti) oltre quella soglia. Infine sarebbe allo studio una riforma del sistema sanitario che si muoverebbe secondo le direttrici di far pagare a tutti (salvo ad una fascia esente di percettori di redditi bassi) una percentuale dei propri guadagni annuali per godere dell' assistenza medica.
Anche in seguito a queste notizie estremamente gravi le principali organizzazioni di persone con disabilità, Fish e Fand, hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma per il 23 maggio, poi sospesa in seguito ad una smentita del governo, che ha lasciato però molti dubbi. Il 27 agosto è stato pubblicato su Repubblica.it un articolo a firma di Valentina Conte con altre anticipazioni molto preoccupanti sulla riforma dell’ISEE. Tra l’altro nella parte reddituale del calcolo dell’ISEE, per la prima volta ai redditi Irpef si sommerebbero anche i redditi esenti, tra cui anche l'indennità di accompagnamento. E’ da sottolineare inoltre che è stato ridotto drasticamente il Fondo per la non autosufficienza, istituito nel 2006, e il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, con un impatto negativo anche sul welfare degli enti locali. Ci sono poi da considerare i notevoli tagli nel settore della sanità e della scuola, in particolare relativi agli insegnanti di sostegno, nonostante varie sentenze della magistratura a tutela degli studenti disabili. Tutto ciò nonostante l’esistenza di varie leggi internazionali e nazionali a tutela dei diritti delle persone con disabilità, tra cui anche la recente convenzione ONU, recepita pure dal nostro Paese, e l’approvazione nel 2011 di una risoluzione del Parlamento Europeo contro i tagli ai fondi per le persone con disabilità. Non bisogna dimenticare che in Germania, tra il 1934 e il 1948, durante la grande depressione degli anni trenta e poi durante e dopo la seconda guerra mondiale, nell’ambito di un programma governativo gestito da medici, sono state sterminate in camere a gas o con iniezioni letali, 70.000 persone con gravi disabilità, secondo alcune stime, per azzerare i costi sociali del loro mantenimento e migliorare la razza. Lo scorso anno è andato in onda su La7 uno spettacolo impressionante di Marco Paolini “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute”, nel quale è stato raccontato ciò che accadde ai disabili in Germania.
E’ da sottolineare, al riguardo, che basta togliere ogni sostegno ai disabili più gravi, soprattutto a quelli che non hanno più il supporto familiare, per mettere a rischio la loro vita e creare comunque danni enormi a migliaia di persone. Sui costi umani intollerabili di queste politiche di austerità, che stanno alimentando anche una impressionante catena dei suicidi, mi auguro ci sia una maggiore attenzione da parte delle forze politiche, ma anche da parte di importanti istituzioni come la Chiesa e dei media. Se si continuerà infatti su questa strada credo che per le persone con grave disabilità (e non solo) non ci sarà alcun futuro e ciò non è certo degno di un paese civile”.
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