Centrale a carbone Saline. Calabria impugna decreto del Presidente del CdM
Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale – ha dato mandato agli avvocati Paolo Arillotta e Benito Spanti di impugnare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno scorso con il quale è stata decretata la compatibilità ambientale e l’autorizzazione all’utilizzo del progetto della società S.E.I. (Saline Energie Ioniche) spa per la costruzione di una centrale termoelettrica a carbone a Saline Ioniche. Valutata, attraverso l’avvocatura regionale, l’esperibilità tecnico-giuridica dell’azione, si è dato così seguito alle determinazioni assunte dal Consiglio Regionale che, nella seduta del 23 luglio scorso aveva approvato un ordine del giorno in cui, dopo avere richiamato gli atti prodotti dalla Regione nella materia della produzione dell’energia, della tutela dell’ambiente, e di vocazione del territorio di Saline Ioniche, aveva dato mandato al Presidente ed alla Giunta di verificare la possibilità di un contrasto anche sul piano giudiziario dell’iniziativa assunta dal Governo.
La realizzazione dell’impianto si pone infatti in insanabile contrasto con tutti gli atti di programmazione che la Regione ha approvato dal 2005 ad oggi ed in basi ai quali è fatto divieto in Calabria, la cui produzione energetica è in esubero rispetto al fabbisogno regionale e contribuisce attivamente alle necessità del sistema energetico nazionale, di installare altre centrali oltre quelle già assentite. Negli stessi atti, è formulata opzione a vantaggio dei sistemi di produzione di produzione energetica attraverso l’utilizzazione delle fonti rinnovabili, in assoluta coerenza alle politiche nazionali di recepimento delle direttive comunitarie. Inoltre, la valutazione operata dal Governo contrasta con le ulteriori scelte di politica regionale e che hanno portato a formulare richiesta di finanziamento per la bonifica del sito ex LiquiChimica per la sua utilizzazione turistica, sicuramente più aderente alla vocazione naturale del territorio. Tutte queste questioni sono state sempre espresse dalla Regione nelle sedi istituzionali, comprese quelle che si sono tenute all’interno del procedimento che ha portato all’emanazione del decreto del 15 giugno scorso.
In ogni caso, se pure il Ministero, sulla base della legislazione vigente, avrebbe potuto, entro certi limiti e con determinate modalità, discostarsi dalle scelte di politica ambientale operate dalla Regione e dalle formali dichiarazioni rese dai competenti organi regionali nelle sedi proprie, avrebbe dovuto darne adeguata motivazione. Tutto ciò non è stato fatto. Questa grave ed insanabile carenza, sul piano politico, istituzionale e giuridico, costituisce il nucleo dell’azione della Regione, nella convinzione che non vi sia ragione che possa sotto alcun aspetto giustificare o motivare la realizzazione di una centrale a carbone. E’ il caso di ricordare, inoltre, che pure il Ministero dei Beni Culturali ha espresso parere negativo e che l’area di Saline è classificata come sito di interesse comunitario per le sue caratteristiche ambientali, che fanno del laghetto una zona unica per la sosta e la nidificazione di numerose specie di uccelli.
“Così come avevamo più volte evidenziato, la Regione Calabria procede sulla linea tracciata dalla maggioranza e dal consiglio regionale. Il territorio in questione – ha dichiarato il Presidente Scopelliti - è già stato nel tempo emblema di una beffa perpetrata dal Governo nazionale. Il Consiglio regionale aveva votato all’unanimità un ordine del giorno in cui mi investiva ufficialmente e formalmente del problema. Il ricorso rafforza la nostra volontà di dare una prospettiva all’area. Lo avevo sottolineato in consiglio regionale. Con Invitalia infatti abbiamo individuato un percorso e pensato ad un concorso internazionale per utilizzare al meglio Saline a fini turistici, finanziando i progetti con la futura programmazione comunitaria 2014-2020. Recentemente, nel corso della visita istituzionale a Dubai, ho mostrato ai miei interlocutori le potenzialità turistiche dell’area. Una classe dirigente – ha concluso Scopelliti – si misura non solo per aver detto no alla centrale, ma per aver dato all’area in questione una prospettiva compatibile con l’ambiente e le vocazioni del territorio”.