Associazione Start su vicenda Cooperative comunali di Cosenza o di Rende

Cosenza Attualità

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa dell’Associazione Start sulla vicenda delle Cooperative comunali di Cosenza o di Rende:

"La vicenda delle cooperative comunali di Cosenza o di Rende, ma anche le tante cooperative utilizzate negli Ospedali e l’Asp Provinciale rappresentano senza dubbio il paradigma dell’Italia della spesa improduttiva, delle clientele elettorali a basso costo, del saccheggio dei soldi pubblici, della mortificazione del merito. Le inchieste giudiziarie e la loro evoluzione interessano poco. Sono tardive e non si sa dove approderanno. Le inchieste andavano fatte vent’anni fa chiedendo magari quali erano i criteri oggettivi per l’affidamento degli appalti a determinate cooperative e quali erano i criteri di selezione del personale. Cioè se un cittadino avesse uguali diritti rispetto ad altri nel chiedere lavoro. Nessuno ha aperto inchieste, e così si è andati avanti con i vari turni elettorali dove qualcuno chiedeva voti ed altri chiedevano aumenti e prebende varie fino a giungere alla situazione attuale con i bilanci comunali “ingessati” da spese poco giustificabili, le strade sporche ed il verde incolto. In Germania, in Francia ma anche nel nord dell’Italia le cooperative competono sui mercati. Se sono produttive, se privilegiano servizi efficienti e merito sopravvivono altrimenti chiudono. Funziona così dove spira il vento liberale. In Calabria siamo in pieno Feudalesimo. Zero regole, e gli arroganti padroni di turno sperperano il danaro per tornaconti personali stravolgendo i principi del merito e della buona amministrazione che sono i cardini di un sistema democratico e liberale. Può continuare così? Crediamo proprio di no. L’Europa ci sta imponendo il pareggio di bilancio ed altre regole che di fatto significano la fine del sistema basato su un debito pubblico fuori controllo formatosi su spese scellerate che non hanno mai perseguito l’interesse generale.

È un problema politico enorme. Oggi occorre innovazione tecnologica, rispetto delle regole, ricerca del merito per premiare chi riesce a far meglio al di fuori di ogni appartenenza politica. In una parola “modernità”. La classe politica che oggi dirige non è preparata culturalmente ad un simile cambiamento. Tentano di resistere, aggrappati alle loro poltrone ed ai danari che ne derivano incuranti del baratro verso cui stanno portando la Calabria. Non sarà certo la Magistratura che potrà salvarci (vent’anni dopo Tangentopoli siamo messi peggio di prima). Solo l’impegno a rinnovare metodi e prassi con nuove classi dirigenti culturalmente preparate alle nuove sfide imposte dallo scenario europeo, potrà forse impedire un default economico, sociale e politico. Forse ha ragione Grillo, è necessario che ognuno spenda un pò di se stesso e rischi un po’ di stesso, almeno per il futuro dei propri figli".


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