Ospedale di Rossano: Guccione e Laratta in procura
Il Consigliere regionale del Pd, on. Carlo Guccione e il deputato del suo stesso partito, Franco Laratta hanno mantenuto la promessa assunta nei giorni scorsi. Stamattina, infatti, di prima ora, si sono recati entrambi presso la Procura della Repubblica di Rossano e hanno consegnato nelle mani del dott. Leonardo Leone De Castris un esposto-denuncia attraverso cui evidenziano la grave situazione creatasi all’ospedale “Giannettasio” di Rossano “affinchè –si legge nel documento- siano individuate, ravvisate e perseguite le violazioni di legge e le lesioni del diritto costituzionale alla tutela della salute che possono configurare anche fattispecie di penale responsabilità”. Immediatamente dopo, presso la delegazione municipale di Rossano (accanto all’ospedale civile) i due esponenti del Pd hanno tenuto una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il Capogruppo del Pd al Comune di Rossano Antonio Micciullo, il Consigliere comunale del Pd Teodoro Calabrò, il Consigliere provinciale del Pd Giuseppe Ranù e l’Assessore provinciale ai Trasporti Giovanni Forciniti. Nel corso dell’incontro con i giornalisti Guccione e Laratta si sono particolarmente soffermati sulla gravissima carenza di posti-letto e sulla situazione disumana del pronto soccorso del presidio ospedaliero rossanese.
“L’assegnazione dei posti-letto per acuti all’ospedale di Rossano –hanno spiegato Guccione e Laratta- è assolutamente inadeguata alle necessità della popolazione residente ed assistita che, secondo i parametri di legge, dovrebbe contare su una dotazione effettiva di 445 posti letto (194 in meno di quelli assegnati dal DPGR 18/2010 che ne prevede 251 e 190 in meno di quelli assegnati dal DPGR 104/2012 che ne prevede 255). Abbiamo deciso di rivolgerci alla Procura della Repubblica di Rossano dopo aver registrato la totale indifferenza mostrata dagli organi istituzionali di fronte alle ripetute e circostanziate sollecitazioni più volte rivolte da noi al Presidente della Regione ed alla Giunta sia nelle sedi istituzionali preposte che attraverso gli organi di informazione. Un’inerzia colpevole che, peraltro, è diventata omissione ed abuso rispetto alle formali censure rivolte ai preposti al Servizio Sanitario Regionale dal cosiddetto “Tavolo Massicci” e dal “Comitato per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza” i quali, tra le tante criticità del Servizio Sanitario in Calabria, hanno evidenziato che “alcune strutture hanno un numero di posti letto eccessivamente esiguo” nonché “la non corrispondenza tra posti letto individuati nel fabbisogno e quelli assegnati” (con particolare riferimento proprio al comparto Rossano/Corigliano così come “riordinato” con DPGR 104/2012). Ad oggi nessuno degli adempimenti richiesti da questi due importanti organismi nazionali per riportare la situazione alla normalità è stato realizzato, mentre la popolazione assistita continua ad essere esposta ai pericoli derivanti da queste gravissime omissioni”.
“Per quanto riguarda il Pronto Soccorso –hanno aggiunto i due democrat- siamo di fronte ad una situazione da terzo mondo. Nonostante l’abnegazione e la straordinaria volontà, il personale sanitario ormai non riesce più ad assicurare la sicurezza delle prestazioni alla cittadinanza e a tutto il territorio della costa ionica e dell’entroterra montano. Mentre Scopelliti e soci si autocelebrano per gli obiettivi raggiunti, in questa struttura sono attivi solo cinque posti-letto occupati da dodici pazienti più i parenti, i locali sono senza ricambio d’aria, i servizi igienici sono impraticabili e il sistema di ventilazione è totalmente inadeguato. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sanitaria! In questo ultimo periodo, dopo la dismissione dei due nosocomi di Trebisacce e Cariati, il numero degli utenti provenienti dall’Alto e dal Basso Jonio cosentino è ulteriormente aumentato. Ogni giorno un numero considerevole di persone chiede assistenza alla struttura ospedaliera rossanese. Le conseguenze di tutto ciò sono davanti agli occhi di tutti: caos al pronto soccorso e allo sportello ticket, reparti sovraffollati e personale medico ed infermieristico costretto a turni massacranti per esaudire le richieste dei tantissimi pazienti ricoverati. Una situazione gravissima che ha messo in ginocchio l’intero sistema sanitario locale e che ha indotto gli abitanti di questo territorio, ormai esausti per i numerosi disagi, a chiedere un immediato intervento ai massimi vertici aziendali per riuscire a trovare una rapida soluzione all’ingravescente fenomeno.
I numerosi appelli lanciati al Commissario Straordinario dell’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, per l’attivazione di iniziative finalizzate a superare l’emergenza sono, però, caduti nel vuoto. Il personale è allo stremo: con ferie ridotte a 5 giorni in estate, un medico e un infermiere per turno al pronto soccorso. C'è chi, nei giorni scorsi, ha atteso fino a tre giorni su una barella prima di essere ricoverato. I pazienti vengono trattati come “pacchi” e trasferiti a San Giovanni in Fiore (dove però trovano solo un "parcheggio", essendo anche questo ospedale in fortissimo ridimensionamento, senza più reparto di chirurgia, né primari nei reparti rimasti attivi) o, addirittura, in Puglia. Tutti alla disperata ricerca di un posto, di un medico, di una visita, trasferiti in ambulanze (vecchie, con 400mila-500 mila km) e senza, talvolta, nemmeno un medico a bordo. Nei giorni scorsi si sarebbe addirittura toccato il fondo quando, per mancanza di posti, si è fatto accomodare un paziente anziano nel bagno. Il water è stato adattato a poltrona, visto che nelle stanze del reparto non c'erano più nemmeno posti in piedi. Una situazione veramente drammatica che qualche giorno fa ha indotto persino il medico di turno presso il Pronto Soccorso del “Giannettasio” a chiamare il locale Commissariato di Polizia ed a sporgere formale denuncia presso la Procura delle Repubblica”.
“Considerata la drammaticità della situazione e l’inerzia insopportabile e gravemente colpevole dei massimi organi istituzionali calabresi –hanno concluso Guccione e Laratta- riteniamo che tutto ciò meriti un urgente approfondimento di indagini da parte della magistratura, affinchè siano accertate le responsabilità, le omissioni colpevoli e l’inerzia irresponsabile dei vertici istituzionali. Continuare ad andare avanti così è diventato davvero impossibile! In gioco c’è la salute e la sicurezza dei cittadini di un ampio territorio, che si vedono quotidianamente negati i più elementari e fondamentali presidi di assistenza sanitaria e la garanzia costituzionale della tutela del diritto alla salute”.