Idv: tavolo Massicci, un sacco di problemi per la Calabria

Calabria Politica

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma di Antonio Chiappetta, resp. Provinciale economia Idv Cosenza in merito al tavolo Massici.

“Fino a qualche tempo fa, quando al governo c’era Berlusconi – e i suoi alleati leghisti, dai fortissimi pregiudizi antimeridionalisti – i tagli c’erano ugualmente, ma venivano accettati, come dire, con “senso di responsabilità”. Mi sembra – aspetto smentite – che le difficoltà, per la sanità calabrese, comincino allora. Da quando l’esimio presidente della nostra giunta diceva di sì a tutto, compresi i tagli indiscriminati che adesso penalizzano fortemente i livelli minimi di assistenza delle ASP. La leggerezza e la superficialità di certi direttori generali hanno fatto il resto. In questo momento sono a rischio – tra l’altro - i consultori, i centri di salute mentale, i Sert per il trattamento delle tossicodipendenza. Non solo, il Piano di Rientro, nell'ultima riunione del Tavolo Massicci del 23 luglio scorso, ha prodotto nei confronti della Calabria una sanzione che ha bloccato il turn over per tutto il 2013. La precarietà incombe su medici, paramedici e altre figure essenziali, tratteggiando un futuro a tinte fosche per i livelli minimi di assistenza sanitaria. Se confermato, tale blocco del turn-over determinerà – tra l’altro - un aumento della tassazione dell’Irpef – che dovrebbe aumentare dello 0,30 - e dell’Irap – con un aumento dello 0,15 – comportando, di conseguenza, una pressione fiscale nella regione che sarebbe forse la più elevata in Italia. La mancata riduzione del debito verrebbe quindi evitata solo con nuove tasse e non per effetto di tagli.

E’ chiaro che l’atteggiamento ondivago, nel corso degli ultimi due/tre anni, non poteva che portare a conseguenze disastrose. Sia chiaro: nessuno difende le passate gestioni. Loiero ha una pesantissimo carico di responsabilità, ma questo non solleva in alcun modo dal peso delle sue colpe chi non si è opposto dall’inizio, e con forza, al progressivo depauperamento delle risorse sanitarie. Il rischio concreto – come dicevamo - è un pericoloso abbassamento dei Lea, i livelli minimi di assistenza, con l’incombente scadenza del 31/12 e la concreta possibilità del mancato rinnovo dei contratti dei precari, alcuni dei quali in servizio sin dal 1987. Si tratta – come già rilevato - complessivamente di 2.000 precari tra medici, infermieri, fisioterapisti, Osa, Oss Si deve tirare la cinghia? Farlo in questo modo – facendo pagare ancora una volta ai più deboli - è assai discutibile. Certo, non si vede perché la scure dei tagli non possa calare su altre voci: a cominciare dalle spese per la politica.


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