Arpacal: a Roma i risultati del progetto di ricerca sulle biotossine algali
L'Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) ha presentato, nel corso di un workshop nazionale che si è svolto il 29 e 30 aprile u.s. nella sede dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) di Roma, i risultati finali del progetto di ricerca sullo "Studio sulla presenza di biotossine algali nell'aerosol marino".
L'Agenzia ambientale calabrese, infatti, è l'unica del Meridione d'Italia ad aver proposto, su richiesta dell'Ispra, un progetto di ricerca per individuare la presenza nell'aerosol - ossia le microscopiche goccioline d'acqua presenti nell'aria che si respira nei pressi delle spiagge - di biotossine algali, tra cui la palitossina prodotta dall'Ostreoptis Ovata, un'alga microscopica unicellulare che, non visibile ad occhio nudo, negli ultimi anni ha trovato condizioni climatiche ottimali di sviluppo anche nei mari italiani.
Le biotossine algali e le alghe, eventualmente trasportate nell'aerosol durante la fioritura, possono infatti provocare alcuni malesseri, seppur transitori, nelle persone che dovessero inalarle. Le manifestazioni cliniche più frequenti, che possono variare di individuo in individuo, sono: febbre a più di 38°C, dolori articolari e muscolari, faringite, tosse, disturbi respiratori, e nei soggetti allergici o con malattie respiratorie croniche (asma, bronchite cronica ecc.) possono manifestarsi riacutizzazioni della patologia preesistente.
Al workshop hanno partecipato i rappresentanti dell'ISPRA e del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di sanità; erano presenti inoltre, quali partner del progetto di ricerca, l'Università di Ancona, di Urbino, di Napoli, di Trieste, di Roma Tor Vergata, l'ENEA di La Spezia, l'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero di Messina, il Centro Ricerche Marine di Cesenatico, e, appunto, le Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente di Calabria e Toscana.
Nel corso della due giorni, i risultati finali dello studio realizzato dall'Arpacal sono stati presentati dalla Dr.ssa Domenica Ventrice, Dirigente Chimico del CETA (Centro di Eccellenza di Tossicologia Alimentare) dell'Arpacal, che ha esposto i risultati delle attività analitiche e di ricerca effettuate sulle biotossine, e dalla Dott.sa Francesca Stefanizzi, Biologo del Dipartimento Provinciale di Crotone che ha invece relazionato sulle attività biologiche e di campionamento. Il dr. Emilio Cellini, Dirigente del Servizio biotossicologico del Dipartimento Provinciale di Crotone dell'Arpacal, in qualità di responsabile di progetto, ha invece relazionato sui "Metodi di campionamento dell'aerosol marino per l'identificazione di biotossine algali".
I risultati raggiunti dallo studio condotto dall'Arpacal costituiscono un importante passo avanti sulle ricerche che l'Ispra ed il Ministero dell'Ambiente stanno conducendo sulle problematiche ambientali e sanitarie derivanti dalla presenza delle microalghe tossiche lungo le coste italiane. In particolare estremo interesse è stato manifestato sulla strumentazione utilizzata dall'Arpacal per il campionamento del bioaerosol, le tecniche adottate e le conseguenti linee analitiche di ricerca delle biotossine. L'importante traguardo raggiunto però non è considerato conclusivo; infatti è possibile che la collaborazione dell'Arpacal con gli altri enti di ricerca continui, con l'obiettivo di standardizzare un metodo di campionamento ed analisi da trasferire in forma ufficiale alle Agenzie Ambientali. Nel corso del Workshop ricercatori dell'Università di Napoli e dell'ENEA hanno richiesto all'Arpacal collaborazione sia in fase di campionamento del bioaerosol che nella messa a punto di metodiche analitiche.