Regione, Gallo (Udc): “Lo Stato ha tagliato i fondi per i malati di sangue infetto”

Calabria Politica

Brutte notizie, per gli oltre 1.000 calabresi infettati dal virus dell’epatite, o dell’Hiv, per trasfusioni errate, interventi chirurgici sbagliati o per infortuni sul luogo di lavoro, per lo più in cliniche ed ospedali. A loro spetterebbe, per legge, un’indennità da rivalutare periodicamente in rapporto al tasso d’inflazione, ma il rischio è di non vedere un centesimo per i prossimi due anni.

La denuncia giunge dal consigliere regionale Gianluca Gallo, che di recente era intervenuto sul punto invitando la Regione ad attivarsi per garantire la rivalutazione dell’indennità dovuta ai malati da sangue infetto: anche in seguito a quell’appello la giunta regionale, nei giorni scorsi, ha stanziato un milione di euro. «L’esecutivo regionale – commenta il vicecapogruppo consiliare dell’Udc – ha dimostrato prontezza e sensibilità. Il problema è che neppure con quel milione si riuscirà a coprire l’intero fabbisogno, perché il Governo centrale ha tagliato tutte le risorse». Prosegue Gallo: «Dalla mia segnalazione, attraverso i contatti tra il Dipartimento della Sanità ed il Ministero della Salute, è emersa una verità inquietante: con la spending review il Governo Monti avrebbe azzerato, per l’anno in corso e per il 2013, gli stanziamenti destinati alle indennità per i malati da sangue infetto. In Calabria la Regione nei primi mesi del 2012 ha anticipato attraverso fondi propri già 6 milioni e mezzo di euro, ritagliando ora un altro milione tra le pieghe di bilancio. Mancano però all’appello almeno un altro milione e mezzo di euro per chiudere l’anno ed altri 8 milioni di euro per pagare gli arretrati legati alla rivalutazione delle indennità, per effetto della sentenza della Corte Costituzionale. E quel che è peggio, a causa del blocco imposto dal Governo, non si hanno certezze per l’avvenire».

"Situazione insomma grave e delicata - conclude la nota della segreteria politica di Gallo - che spinge l’esponente dell’Udc ad annunciare «la presentazione, nel Consiglio regionale di martedì, di un ordine del giorno che mi auguro possa trovare consenso unanime, affinché il tema diventi oggetto di un dibattito a livello nazionale e argomento di discussione all’interno della Conferenza Stato-Regioni. Di fronte a diritti che attendono tutela, c’è bisogno di un impegno diffuso e convinto agire».