Morì dopo parto in ospedale, confermate in appello le assoluzioni dei medici

Catanzaro Cronaca

La Corte d'appello di Catanzaro ha confermato questo pomeriggio le cinque assoluzioni sentenziate in primo grado a carico a carico di quattro medici ed un'ostetrica dell'ospedale di Soverato-Chiaravalle (Catanzaro) indagati a seguito del decesso di Giulia Loiarro, una giovane mamma spirata dopo otto giorni di agonia all'ospedale "Pugliese" del capoluogo calabrese, dove era stata ricoverata a seguito delle complicanze seguite al parto, avvenuto nel nosocomio di Soverato.

La prima pronuncia giunse al termine del giudizio abbreviato, il 21 febbraio del 2011, dal giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, cui lo stesso pubblico ministero, Alessia Miele, aveva chiesto l'assoluzione, soprattutto alla luce delle conclusioni cui erano giunti i due periti nominati dal giudice, che avevano ravvisato totale regolarità e correttezza nell'operato dei sanitari intervenuti ad assistere la vittima, consentendo dunque di escludere "ogni responsabilità", e cioè l'ipotizzata colpa medica. Opposte erano state invece le richieste dei legali di parte civile - gli avvocati Nando Citraro ed Emilio Vitaliano per i familiari della donna morta, ed Arturo Bova e Antonio Lomonaco che rappresentano il marito rimasto vedovo, Antonio Zaccone, 40enne di Borgia, che poi hanno insistito con l'impugnazione in appello.

I giudici di secondo grado, oggi, hanno però condiviso la tesi dei difensori degli imputati, gli avvocati Aldo Casalinuovo, Giancarlo Pittelli, Domenico Pietragalla, Francesco e Giuseppe Ugo Tiani, e Silvana Aversa, confermando l'assoluzione per Pietro Cosentino, imputato in qualità di primario di Ginecologia ed Ostetricia a Soverato; Francesco Cosentino, specialista ginecologo, coinvolto quale volontario presso lo stesso reparto; Tommaso Gioffrè e Sergio Caristo, medici ginecologi in servizio all'Ospedale di Soverato, in servizio di turno il 26 agosto 2005 ed entrambi intervenuti “in ausilio del dottor Cosentino Francesco in relazione all'intervento di isterectomia eseguito su Loiarro Giulia"; Teresa Falbo, ostetrica in servizio al nosocomio di Soverato e "preposta al monitoraggio della Loiarro".

Si è chiuso così, a sette anni di distanza dai fatti, il secondo capitolo giudiziario del procedimento giudiziario seguito alla drammatica vicenda della giovane Giulia Loiarro, nativa di Girifalco e residente a Borgia (Catanzaro), spirata a 31 anni il 3 settembre del 2005.